Roma, 18 novembre 2025 – In un’intervista esclusiva, Jean Todt, ex presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) e attuale inviato speciale dell’ONU per la sicurezza stradale, ha raccontato il motivo che lo ha spinto a imparare la lingua italiana. Una scelta dettata dal rispetto e dalla consapevolezza dell’importanza che la lingua riveste per le persone con cui si rapporta nel suo lavoro internazionale.
Jean Todt e la sua carriera nella Formula 1 e oltre

Nato a Pierrefort il 25 febbraio 1946, Jean Todt è una figura di spicco nel mondo dell’automobilismo e dello sport internazionale. Dopo aver iniziato come copilota di rally dal 1966 al 1981, ha intrapreso una carriera manageriale di successo che lo ha portato a guidare la Scuderia Ferrari, uno dei team più prestigiosi della Formula 1. Todt è stato direttore della Scuderia Ferrari dal 1993 al 2007 e successivamente amministratore delegato fino al 2009, periodo in cui la Ferrari ha vissuto una delle fasi più vincenti della sua storia, conquistando numerosi titoli mondiali piloti e costruttori con Michael Schumacher.
Dal 2009 al 2021, Todt ha ricoperto la carica di presidente della FIA, l’organismo che governa le competizioni automobilistiche a livello mondiale, succedendo a Max Mosley e precedendo Mohammed Ben Sulayem. Nel 2015 è stato nominato inviato speciale dell’ONU per la sicurezza stradale, ruolo in cui continua a impegnarsi attivamente nel promuovere politiche di prevenzione e sicurezza.
L’apprendimento dell’italiano: un gesto di rispetto e integrazione
Nel corso dell’intervista, Todt ha sottolineato come imparare l’italiano sia stato per lui un passo fondamentale per avvicinarsi alle persone con cui lavora e per comprendere appieno la cultura che lo ha accolto durante i suoi anni in Ferrari e successivamente nelle istituzioni internazionali. “Ho imparato l’italiano perché ho capito quanto contava per le persone”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza della comunicazione e del rispetto culturale nei rapporti professionali e umani.
Questa scelta linguistica riflette anche l’impegno di Todt nel costruire ponti tra diverse nazionalità e organizzazioni, in particolare in ambito ONU, dove la collaborazione internazionale è essenziale per affrontare sfide globali come la sicurezza sulle strade.
Un collezionista e ambasciatore internazionale
Oltre alla sua carriera sportiva e diplomatica, Todt è noto anche per la sua passione per gli orologi di lusso. Nel novembre 2023, una collezione di 111 orologi personali, molti dei quali pezzi unici legati ai successi Ferrari e a marchi prestigiosi come Patek Philippe, Girard Perregaux e Audemars Piguet, è stata battuta all’asta da Christie’s per oltre 31 milioni di euro.
Jean Todt continua a essere una figura di riferimento non solo nel mondo dell’automobilismo ma anche nel campo della diplomazia internazionale, impegnandosi a favore della sicurezza stradale e della cooperazione tra le nazioni.
Fonte: Fabrizio Rostelli - Jean Todt: "Ho imparato l'italiano perché ho capito quanto contava per le persone"





