Roma, 27 settembre 2025 – Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha rivolto un forte monito sull’urgenza di mettere l’industria al centro delle politiche europee e italiane per garantire la crescita e la competitività del Paese. Nel corso della festa di Forza Italia a Telese Terme, Orsini ha sottolineato come la mancata centralità dell’industria nella strategia della precedente Commissione Europea sia stato un errore grave, che rischia di compromettere il futuro economico dell’Unione.
Orsini: “Europa deve cambiare passo, serve cura rapida per l’industria”
Secondo Orsini, l’Europa si trova a un bivio cruciale: “Rischiamo la deindustrializzazione se non acceleriamo le risposte e non mettiamo l’impresa al centro”. Pur riconoscendo l’importanza del Green Deal e la necessità di tutelare l’ambiente, il presidente di Confindustria ha evidenziato che molte imprese europee, e italiane in particolare, sono tra le più attente all’ecosostenibilità. Tuttavia, l’Europa fatica a tenere il passo rispetto ad altri continenti, con un ritmo di risposta troppo lento che penalizza la crescita.
Orsini ha richiamato l’urgenza di agire con rapidità e concretezza, mettendo in campo misure efficaci per sostenere le imprese, a partire da un piano industriale nazionale con una visione triennale. “Non possiamo più rincorrere le modifiche annuali della legge di bilancio ma serve un atto di coscienza che ponga la crescita al centro”, ha dichiarato.
Energia, dazi e salari: le sfide per la competitività italiana
Tra le priorità indicate da Orsini vi è la questione energetica: “L’energia è un quoziente fondamentale della competitività”. Con l’avvicinarsi dell’inverno e l’aumento del costo del gas, il presidente di Confindustria ha sollecitato l’adozione immediata di misure per contenere il prezzo dell’energia, indispensabili per mantenere le imprese in Italia e tutelare l’occupazione.
Sul fronte internazionale, Orsini ha espresso preoccupazione per i dazi statunitensi, che rischiano di compromettere l’export italiano per circa 20 miliardi di euro e di mettere a rischio 118mila posti di lavoro entro il 2026. Ha quindi invitato a negoziare rapidamente con gli Stati Uniti, evitando escalation e puntando su intese che possano garantire reciprocità e vantaggi. In particolare, ha sottolineato il valore strategico dell’Italia come acquirente di oltre l’80% delle forniture Usa per la Difesa.
Riguardo ai salari, Orsini ha confermato l’impegno di Confindustria nel dialogo con i sindacati per migliorare la produttività e contrastare i contratti pirata, pur ricordando che l’aumento delle retribuzioni deve tener conto anche del costo fiscale che grava sul lavoratore.
Infine, il presidente ha ribadito la necessità di semplificare le normative europee e italiane, un tema chiave per favorire gli investimenti. “Negli ultimi cinque anni la Ue ha prodotto 13.500 norme, molto più degli Stati Uniti. La burocrazia pesa 80 miliardi in Italia,” ha sottolineato, evidenziando come la complessità normativa rischi di soffocare le eccellenze industriali italiane.





