Bruxelles, 17 novembre 2025 – La questione relativa al calcolo del deficit pubblico italiano al di sotto della soglia del 3% del Pil, condizione necessaria per l’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo, è oggetto di approfondite valutazioni tecniche da parte della Commissione europea. È quanto ha dichiarato il commissario europeo per l’Economia, Valdis Dombrovskis, nel corso di un incontro con un gruppo ristretto di media, tra cui ANSA.
Deficit sotto il 3%, ancora da definire i criteri tecnici
Dombrovskis ha spiegato che, sebbene sia chiaro che il deficit debba attestarsi sotto il 3% del Pil, «si sta ancora elaborando l’interpretazione esecutiva» di tale parametro, soprattutto considerando che si tratta di una nuova governance economica europea. Un punto di particolare attenzione riguarda la modalità di arrotondamento delle cifre da parte di Eurostat, che arrotonda le percentuali al decimale, lasciando aperto il dubbio se un deficit al 2,99% sia effettivamente sufficiente per uscire dalla procedura.
Il commissario ha inoltre precisato che l’eventuale abrogazione della procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia sarà possibile solo dopo la verifica dei dati effettivi relativi al 2025, che saranno disponibili e certificati da Eurostat ad aprile. Di conseguenza, un’eventuale decisione si potrà concretizzare nel pacchetto primaverile del Semestre europeo.
Previsioni per l’Italia
Le previsioni economiche della Commissione europea per il 2025 indicano un deficit italiano fissato al 3% del Pil, ha sottolineato Dombrovskis durante la presentazione delle ultime stime d’autunno. Le autorità italiane, ha aggiunto, hanno confermato la volontà di mantenere il deficit leggermente al di sotto di questa soglia, proprio per poter uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo.
Per quanto riguarda la crescita economica, la Commissione prevede per l’Italia un aumento modesto del Pil dello 0,4% nel 2025 e dello 0,8% nei due anni successivi. Questa crescita, simile a quella di molti altri Paesi europei, sarà trainata principalmente dai consumi delle famiglie e dagli investimenti, con un ruolo chiave svolto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che resta al momento il principale motore degli investimenti pubblici.
Dombrovskis ha infine anticipato che, dopo la conclusione del PNRR, nel 2026 sarà avviata una nuova fase del quadro finanziario pluriennale, che prevede una ripresa dei finanziamenti per la coesione, contribuendo a sostenere ulteriormente gli investimenti pubblici nel Paese.
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