Roma, 20 ottobre 2025 – Con l’avvicinarsi del 2026, si concretizza una svolta storica nel settore dei carburanti in Italia: dal 1° gennaio, benzina e diesel saranno soggetti alla stessa aliquota di accisa, con importanti implicazioni sui prezzi alla pompa e sulle abitudini di consumo degli automobilisti e delle imprese.
Manovra fiscale: accise uniformate su benzina e diesel
La decisione, anticipata e accelerata dal governo Meloni rispetto ai programmi iniziali, prevede una riduzione dell’accisa sulla benzina di 4,05 centesimi di euro al litro e un aumento della stessa aliquota sul gasolio di pari importo. Questa misura, contenuta nell’articolo 30 della bozza della legge di bilancio, segna la fine del tradizionale vantaggio fiscale per il gasolio, vigente da decenni e responsabile della prevalenza dei motori diesel soprattutto in ambito commerciale e tra i veicoli di segmento medio.

L’allineamento fiscale, originariamente previsto in modo graduale entro il 2030, è stato così anticipato di quattro anni per motivi di equità e sostenibilità ambientale, con l’intento di ridurre gli incentivi all’acquisto di veicoli diesel, oggi sempre più penalizzati dalle normative antinquinamento.
Impatto sui prezzi e sulle abitudini di consumo
Secondo i dati aggiornati al 13 ottobre 2025 dal ministero dell’Ambiente, il prezzo medio alla pompa si situa attualmente a 1,699 euro al litro per la benzina e 1,625 euro per il gasolio. Con la nuova accisa, la benzina vedrà un calo di circa 5 centesimi, attestandosi a 1,649 euro al litro, mentre il gasolio subirà un incremento a 1,675 euro al litro.
Per un’automobile di segmento C con serbatoio da 40 litri, il risparmio per chi utilizza benzina sarà di poco più di 2 euro a pieno, mentre chi guida un’auto diesel dovrà spendere una cifra simile in più. Questo cambiamento comporta un significativo ribaltamento del rapporto di prezzo tra i due carburanti, con il diesel che potrebbe diventare più costoso della benzina per la prima volta.
Governo Meloni e il quadro politico attuale
Il governo guidato da Giorgia Meloni, in carica dal 22 ottobre 2022, ha posto questa riforma come parte di una strategia più ampia di riorganizzazione fiscale e ambientale. La compagine governativa, formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, con il supporto esterno di diverse forze politiche, sta spingendo per un’azione decisa in materia di sostenibilità energetica e innovazione normativa.
La legge di bilancio, già approvata, mette quindi in evidenza come il vantaggio fiscale per il gasolio sia destinato a sparire, segnando un cambio di paradigma nel settore dei trasporti e nella politica dei carburanti in Italia.
Questo intervento si inserisce in un contesto più ampio di politiche governative volte a ridurre i sussidi ambientalmente dannosi e promuovere una mobilità più sostenibile, coerentemente con le sfide europee e globali legate alla transizione energetica e alla lotta al cambiamento climatico.






