Milano, 12 agosto 2025 – L’Italia ha formalmente risposto alle osservazioni della Commissione Europea riguardo all’applicazione del Golden Power nel contesto dell’operazione di offerta pubblica di acquisto (OPA) di UniCredit su Banco BPM. Il confronto con Bruxelles, in corso da circa tre mesi, si è intensificato dopo il ritiro dell’offerta da parte di UniCredit lo scorso 22 luglio, una decisione influenzata proprio dai vincoli imposti dal meccanismo di Golden Power.
La posizione italiana sull’uso del Golden Power
Secondo quanto riferito da fonti governative a Bloomberg, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha risposto alle richieste della Commissione Europea sottolineando la legittimità, ragionevolezza e fattibilità delle condizioni imposte a UniCredit. Tra queste, spicca l’obbligo per la banca di cessare entro l’inizio del 2026 le attività in Russia, ad eccezione di quelle necessarie ai pagamenti delle imprese italiane presenti nel Paese. Inoltre, Palazzo Chigi ha richiesto di mantenere invariati per cinque anni il rapporto tra impieghi e depositi di Banco BPM e il livello degli investimenti in titoli italiani da parte di Anima Sgr.
Il governo italiano ha motivato l’adozione del Golden Power facendo leva sulla tutela della sicurezza economica nazionale, con particolare attenzione alla protezione del risparmio degli italiani, tema definito prioritario soprattutto dopo la riforma del Golden Power varata dal governo Draghi, che ha incluso tra gli ambiti strategici anche il settore finanziario.
Il nodo delle competenze Ue e il possibile contenzioso
Bruxelles ha espresso dubbi in merito alla compatibilità del Golden Power con il diritto comunitario, e il 22 luglio ha inviato un parere preliminare all’Italia, aprendo alla possibilità di un procedimento formale di infrazione. La Commissione Europea, rappresentata dalla portavoce Lea Zuber, ha dichiarato che valuterà la risposta italiana prima di decidere i prossimi passi.
Il Tesoro ha risposto ricordando che, secondo l’articolo 21 del regolamento europeo sulle concentrazioni, la competenza in materia di sicurezza nazionale rimane prerogativa degli Stati membri, mentre l’Unione si occupa esclusivamente delle questioni di concorrenza. In questo quadro, il governo italiano ha assicurato di aver gestito la pratica senza interferenze sulle autorità di vigilanza finanziaria, come la Banca d’Italia e la Consob.
Nel frattempo, la Direzione Generale Concorrenza (DG Comp) della Commissione dovrebbe pronunciarsi a breve sull’operazione UniCredit-Banco BPM, probabilmente autorizzandola con prescrizioni quali la cessione di circa 200 filiali, soprattutto in Veneto.
Il caso italiano non è isolato: Bloomberg ricorda infatti che analoghi contrasti tra governi e Bruxelles sono emersi anche in Spagna, dove BBVA tenta di acquisire Banco Sabadell, sottolineando come la resistenza politica al consolidamento bancario sia una dinamica diffusa in diversi Paesi europei.
Per approfondire: Golden power su UniCredit-Bpm, l’UE avverte: “Viola le regole”


