Milano, 1 dicembre 2025 – Mario Draghi, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano, ha lanciato un monito chiaro e urgente: se l’Europa non colma il divario tecnologico nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale (IA), rischia un futuro di stagnazione economica. L’ex presidente del Consiglio e della Banca Centrale Europea ha sottolineato come le tecnologie rappresentino oggi il motore principale della prosperità e della crescita, più che mai fondamentali per le economie avanzate.
Draghi: l’IA come leva strategica per l’Europa
Nel suo intervento, Draghi ha evidenziato che per oltre due secoli il miglioramento del tenore di vita è stato alimentato da progressive ondate di progresso tecnologico e che oggi ancora una volta le tecnologie sono il principale fattore di crescita e sviluppo economico. Ha rimarcato che l’Europa non può permettersi di rimanere indietro nell’adozione su larga scala di tecnologie legate all’IA, pena un rischio concreto di stagnazione con conseguenze pesanti per il futuro del continente.
“Se non colmiamo questo divario e non adotteremo queste tecnologie su larga scala, l’Europa rischia un futuro di stagnazione, con tutte le sue conseguenze”, ha detto Draghi, sottolineando l’urgenza di un impegno collettivo per recuperare terreno rispetto ad altre aree del mondo.
Il ruolo del Politecnico di Milano nello sviluppo tecnologico europeo
L’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano, istituzione leader in Italia e tra le migliori università al mondo nel campo dell’ingegneria e della tecnologia, è stata l’occasione per ribadire l’importanza del connubio tra ricerca accademica e innovazione industriale. Il Politecnico, che nel 2025 ha raggiunto il 98º posto nella classifica QS World University Rankings, è riconosciuto a livello globale per l’eccellenza nei settori dell’ingegneria, dell’architettura e del design, e rappresenta un polo strategico per sostenere la competitività europea nelle tecnologie avanzate.
Draghi ha indicato che la sfida dell’IA e della digitalizzazione richiede non solo investimenti, ma anche una visione politica condivisa e un’azione coordinata tra i Paesi europei, per evitare che il continente resti indietro in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia digitale.






