Il PD evidenzia i rischi per industria e occupazione italiana legati ai nuovi dazi USA e denuncia la mancanza di una strategia efficace da parte dell’esecutivo italiano.
Roma, 12 luglio 2025 – Il Partito Democratico ha organizzato un importante evento di due giorni dedicato al futuro industriale dell’Italia, che si è svolto presso il teatro 6 degli studi di via Tiburtina a Roma. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerosi esponenti di spicco, tra cui la segretaria del PD, Elly Schlein, e i segretari generali di Cgil e Uil, Landini e Bombardieri. Al centro del dibattito, le sfide che il Paese sta affrontando, in particolare in relazione alla crisi della produzione industriale, in calo ormai da 26 mesi consecutivi.
Le sfide dell’industria italiana e la politica industriale
Nel corso dell’incontro, il senatore del PD Antonio Misiani, responsabile economia, finanze, imprese e infrastrutture nella segreteria nazionale del partito, ha evidenziato le criticità del momento. “L’Italia dispone di risorse importanti e conta su una rete di medie imprese che esportano oltre 600 miliardi di euro”, ha sottolineato Misiani, ricordando tuttavia che “il governo ha smantellato la politica industriale e quindi è necessario rimetterla in campo”. Il senatore ha quindi rilanciato la richiesta di una svolta urgente per rilanciare il settore.
Lo scenario internazionale, segnato dalle tensioni commerciali, aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione. L’Europa e l’Italia attendono la lettera ufficiale del presidente americano Donald Trump, che minaccia di introdurre dazi sulle importazioni europee.
Le conseguenze dei dazi e le critiche alla politica del governo
Secondo Misiani, l’approccio del governo italiano nei confronti dell’amministrazione americana appare “una resa senza condizioni”. Il senatore ha evidenziato come le multinazionali statunitensi siano state escluse dall’accordo sulla Global minimum tax e come l’intesa NATO sulle spese militari penalizzi l’Italia, con un costo stimato in 445 miliardi di euro. Inoltre, nel caso in cui i dazi si stabilissero al 10%, il Paese rischierebbe una perdita di circa 20 miliardi di euro con oltre 100mila posti di lavoro a rischio.
Questi dati, ha spiegato Misiani, “metterebbero in grave difficoltà famiglie e tessuto sociale”. Ha quindi concluso con una critica netta: “Colpisce la subalternità totale del governo sovranista italiano nei confronti dell’amministrazione americana”.
Antonio Misiani, originario di Bergamo e laureato in economia politica presso l’Università Luigi Bocconi di Milano, è senatore dal 2018 e ha alle spalle una lunga carriera politica nel Partito Democratico, di cui è attualmente uno dei principali responsabili per le tematiche economiche. È stato inoltre viceministro dell’economia e delle finanze nel governo Conte II e vanta una profonda esperienza nel settore industriale e finanziario, come testimonia anche il suo impegno nella promozione di nuove politiche economiche all’interno del PD.
Fonte: Davide Di Carlo - Dazi, Misiani (Pd): "Colpisce subalternità governa sovranista italiano nei confronti di Trump"





