WASHINGTON, 29 agosto 2025 – Una sentenza della Corte d’appello degli Stati Uniti ha dichiarato in gran parte illegali i dazi imposti dall’amministrazione Trump, una decisione che potrebbe innescare profonde conseguenze politiche ed economiche a livello internazionale. Il presidente Donald Trump, rieletto nel 2024 e attualmente in carica come 47º Presidente degli Stati Uniti, ha immediatamente invocato l’intervento della Corte Suprema degli Stati Uniti, la massima autorità giudiziaria americana, minacciando che l’annullamento dei dazi sarebbe una “distruzione totale” per il Paese.
La sentenza della Corte d’appello e le motivazioni legali
La controversia riguarda la legittimità dell’uso da parte di Trump dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977, con cui l’ex presidente aveva imposto una serie di dazi per affrontare quella che ha definito un’emergenza nazionale dovuta a squilibri commerciali, declino manifatturiero e flussi transfrontalieri di droga, in particolare fentanyl. La Corte d’appello ha però sottolineato che la legge conferisce al presidente “un’autorità significativa per intraprendere una serie di azioni in risposta a un’emergenza nazionale dichiarata, ma nessuna di queste azioni include esplicitamente il potere di imporre tariffe, dazi o simili, o il potere di tassare”.
La sentenza, emessa con sette voti favorevoli e quattro contrari, evidenzia inoltre che “la legge non menziona i dazi né prevede garanzie procedurali che contengano chiari limiti al potere del Presidente di imporli”. Storicamente, l’IEEPA è stata utilizzata per imporre sanzioni e congelare beni, ma Trump è stato il primo presidente a usarla per imporre dazi commerciali.
Il pronunciamento giudiziario potrebbe obbligare l’amministrazione a rimborsare miliardi di dollari per i dazi riscossi finora e mette in dubbio gli accordi commerciali siglati con importanti partner come l’Unione Europea, Giappone, Corea del Sud, nonché le misure tariffarie imposte a Cina, Canada e Messico per contrastare l’ingresso negli Stati Uniti di sostanze stupefacenti.
La risposta di Trump e il futuro della controversia
In risposta alla sentenza, il presidente Trump ha dichiarato su Truth Social che “una Corte d’appello di parte ha erroneamente affermato che i nostri dazi dovrebbero essere rimossi, ma sa che alla fine gli Stati Uniti d’America vinceranno”. Ha sottolineato che “se questi dazi venissero mai eliminati, sarebbe un disastro totale per il Paese”, poiché “ci renderebbe finanziariamente deboli”, confermando la linea dura contro “enormi deficit commerciali e dazi doganali ingiusti imposti da altri Paesi, amici o nemici”.
Trump ha quindi annunciato che la Casa Bianca farà ricorso alla Corte Suprema, che ha potere di revisione finale su questioni di questo tipo. Nel frattempo, le tariffe resteranno in vigore fino al 14 ottobre per consentire le procedure di appello. La Corte Suprema, istituita nel 1789 e composta da nove giudici con mandato a vita, è infatti l’ultima istanza giudiziaria negli Stati Uniti e ha il compito di garantire la legittimità costituzionale delle leggi e degli ordini esecutivi presidenziali.
Data la delicatezza della questione, che coinvolge sia la politica commerciale che la sovranità del potere esecutivo in materia di emergenze nazionali, la decisione finale della Corte Suprema potrebbe rappresentare un importante precedente giuridico e politico per gli Stati Uniti.






