Stati Uniti e Cina hanno confermato l’accordo sui dazi doganali stabilito nelle settimane scorse a Ginevra. In base all’intesa, i dazi sul made in China rimarranno fissati al 30% per le merci statunitensi e al 10% per quelle cinesi, come precisato da un funzionario dell’amministrazione americana in un’intervista al Wall Street Journal
Dettagli dell’accordo sulla riduzione dei dazi
L’accordo raggiunto a Londra rappresenta un importante passo nella gestione delle tensioni commerciali tra le due potenze economiche. I dazi rimarranno ai livelli decisi a Ginevra, senza ulteriori aumenti né riduzioni, garantendo così una stabilità nelle relazioni commerciali bilaterali.
È stato chiarito che la cifra del 55% menzionata da Donald Trump in un post su Truth, nel quale annunciava l’accordo, non rappresenta un aumento attuale, ma la somma delle tariffe precedenti. Tale percentuale deriva dalla combinazione del 20% di dazi sul fentanyl – una sostanza chimica oggetto di particolare attenzione – e delle tariffe generali al 10% applicate a tutti i paesi, oltre alle misure doganali introdotte durante il mandato presidenziale di Trump.
Il contesto politico di Donald Trump e le implicazioni commerciali
Donald Trump, attualmente al suo secondo mandato presidenziale dal gennaio 2025, ha mantenuto un atteggiamento protezionistico nel commercio internazionale, promuovendo politiche volte a tutelare l’industria nazionale statunitense. Durante il suo primo mandato (2017-2021) aveva introdotto tariffe elevate su numerosi prodotti cinesi, contribuendo all’escalation della guerra commerciale. Tuttavia, l’accordo attuale sancisce un compromesso con Pechino, con l’obiettivo di stabilizzare le relazioni e ridurre le tensioni.
Gli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, continuano a perseguire una strategia che equilibra la difesa degli interessi nazionali con la necessità di cooperazione economica con la Cina, seconda economia mondiale con un PIL nominale di oltre 20 mila miliardi di dollari e un ruolo chiave nel commercio globale.
Confermando il mantenimento dei dazi al 30% e 10%, il nuovo accordo rappresenta un tentativo di stabilizzare un settore cruciale per l’economia globale, evitando escalation tariffarie che potrebbero avere ripercussioni significative su entrambe le economie.






