La tensione tra Cina e USA si è nuovamente accesa a seguito dell’annuncio di Washington di imporre dazi del 100% sui prodotti cinesi e controlli all’export su software critici, in risposta alle restrizioni di Pechino sull’export di terre rare e tecnologie correlate. In una dura replica, il Ministero del Commercio cinese ha accusato gli Stati Uniti di adottare un atteggiamento di “doppi standard” e di aggravare unilateralmente la guerra commerciale, danneggiando gli interessi economici cinesi e ostacolando il dialogo bilaterale.
La posizione ufficiale della Cina sui dazi USA
Un portavoce del Ministero del Commercio ha sottolineato che la Cina, pur non desiderando un’escalation nella guerra commerciale con gli Stati Uniti, “non ha paura di combatterla” se necessario. La risposta cinese è stata la prima a seguito del provvedimento annunciato da Washington lo scorso 10 ottobre, che prevede dazi del 100% e restrizioni sull’export di tecnologie strategiche, misure che saranno applicate a partire dal primo novembre. Il governo cinese ha invitato gli Stati Uniti a cessare pratiche scorrette e minaccia che, qualora Washington perseverasse, Pechino adotterà contromisure per tutelare i propri diritti e interessi legittimi.
Le contromosse di Pechino e il contesto geopolitico
Negli ultimi giorni la Cina ha rafforzato i controlli sulle esportazioni di terre rare, materiali essenziali per l’industria tecnologica globale, e ha avviato un’indagine antitrust contro il colosso statunitense Qualcomm. Inoltre, ha imposto tasse speciali sulle navi americane che attraccano nei porti cinesi, ricalcando misure simili adottate da Washington. Queste mosse sembrano mirate a incrementare il peso negoziale di Pechino in vista del prossimo incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello statunitense Donald Trump, previsto a fine mese durante il forum Apec in Corea del Sud.
Il Ministero del Commercio ha comunque rassicurato che le restrizioni sulle terre rare interesseranno solo usi militari, lasciando invariato l’accesso civile, e ha invitato le imprese a non allarmarsi. Al contempo, Pechino ha ribadito che la responsabilità dell’escalation della guerra commerciale è da attribuire agli Stati Uniti, che hanno continuato a introdurre nuove restrizioni e a inserire aziende cinesi nelle blacklist commerciali dopo i negoziati di settembre a Madrid.
La controversia si inserisce in un quadro di crescenti tensioni economiche e politiche tra le due superpotenze, con impatti rilevanti sulle catene di approvvigionamento globali e sugli equilibri geopolitici.






