Milano, 22 ottobre 2025 – Dopo una serie di record storici, il prezzo dell’oro e dell’argento ha subito un brusco crollo, un fenomeno che non si osservava da oltre un decennio. Nel corso della giornata del 21 ottobre, l’oro ha registrato un calo del 5,5%, mentre l’argento ha perso quasi l’8%, segnando una correzione significativa dopo mesi di forti rialzi.
Crollo dell’oro e dell’argento dopo i massimi storici
Il prezzo spot dell’oro ha subito di recente un crollo: è sceso a circa 4.116-4.126 dollari l’oncia, con i contratti future dicembre Comex che hanno toccato quota 4.129 dollari, segnando un ribasso superiore al 5%. Questa flessione rappresenta la perdita giornaliera più marcata dal giugno 2013, quando il metallo prezioso aveva ceduto oltre il 6% in un solo giorno. Solo il giorno prima, il 20 ottobre, l’oro aveva raggiunto il suo massimo storico a 4.381 dollari l’oncia.
Anche l’argento ha subito una forte battuta d’arresto, scendendo sotto i 48 dollari l’oncia dopo aver superato recentemente la soglia dei 50 dollari, un livello mai raggiunto dal 1993. Il platino non è stato immune alla pressione negativa, cedendo il 7% a 1.536 dollari.
Le ragioni dietro la correzione dei metalli preziosi
Nonostante il forte calo, il 2025 si conferma un anno eccezionale per oro e argento, sostenuto da acquisti consistenti da parte delle banche centrali, aspettative di tagli dei tassi d’interesse e un contesto geopolitico complicato che ha spinto gli investitori verso beni rifugio. Tuttavia, negli ultimi giorni, un leggero rafforzamento del dollaro e un clima di apparente distensione nei rapporti commerciali tra USA e Cina hanno indebolito la domanda di metalli preziosi, favorendo la realizzazione di plusvalenze da parte degli operatori.
Gli analisti interpretano questa flessione come una naturale correzione dei prezzi, dopo un rally che aveva portato oro e argento a livelli storicamente elevati. Nel frattempo, il contesto geopolitico rimane incerto, con tensioni in Medio Oriente che influenzano indirettamente i mercati finanziari.
Cresce l’interesse per il rame, il metallo chiave dell’industria
Mentre si assiste al naturale crollo del prezzo dell’oro e dell’argento, il rame continua a brillare nei mercati delle materie prime, avvicinandosi ai massimi storici. La crescente domanda globale, trainata da mega progetti tecnologici e infrastrutturali soprattutto negli Stati Uniti, India, Arabia Saudita e Unione Europea, sostiene i prezzi del metallo rosso.
Secondo il recente report di Wood Mackenzie, la domanda di rame dovrebbe aumentare del 24% entro il 2035, spinta da quattro fattori principali: lo sviluppo dei data center, la transizione verso energie rinnovabili, l’industrializzazione dell’Asia e la crescita delle spese in infrastrutture e difesa nell’UE.
Inoltre, l’espansione dell’intelligenza artificiale e la diffusione dei veicoli elettrici, che richiedono quantità di rame fino a quattro volte superiori rispetto ai veicoli tradizionali, alimentano ulteriormente la domanda globale, rendendo il rame una risorsa fondamentale per la futura economia digitale e green.

