Roma, 4 novembre 2025 – La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che conferma la competenza regionale in materia di trasporto pubblico locale, dando ragione alla Regione Calabria nel contenzioso con lo Stato riguardante la regolamentazione del servizio di noleggio con conducente (Ncc), largamente utilizzato dalla piattaforma internazionale Uber.
La sentenza della Consulta e l’abolizione dei limiti agli Ncc
La decisione della Consulta ha dichiarato illegittimi diversi vincoli imposti dal decreto interministeriale n. 266 del 16 ottobre 2024, firmato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Tra questi, cade il divieto per alberghi, agenzie di viaggio e tour operator di fornire ai propri clienti servizi di trasporto Ncc, così come l’obbligo per gli operatori di utilizzare esclusivamente l’applicazione informatica ministeriale per le attività di controllo. La Corte ha riconosciuto che tali restrizioni erano lesive degli interessi non solo degli operatori Ncc ma anche degli utenti, limitando l’offerta di un servizio di trasporto pubblico non di linea e favorendo esclusivamente i taxi.
Le reazioni politiche e del settore
Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, ha definito la sentenza una “sacrosanta battaglia liberale” e ha sottolineato come “l’Italia ha scelto il progresso”. Anche Davide Archetti, General Manager per l’Europa Meridionale di Uber, ha accolto con favore la decisione auspicando una riforma che integri Ncc e taxi in un sistema di trasporto pubblico privato moderno e innovativo.
Il ministro Salvini, pur non commentando direttamente la sentenza, ha ribadito la sua “determinazione” a collaborare con Ncc e taxi per migliorare il servizio e contrastare illegalità e abusi. Intanto, associazioni come il Codacons hanno sottolineato come le restrizioni precedenti penalizzassero gli utenti, mentre l’Unione Nazionale Consumatori, rappresentata da Massimiliano Dona, ha chiesto le dimissioni del ministro, accusandolo di aver tentato di aggirare una precedente sentenza della Consulta.
L’esito di questa sentenza segna un importante passo nella regolamentazione del trasporto privato non di linea, riaffermando il ruolo delle Regioni nella materia e aprendo nuove prospettive per l’innovazione nel settore.






