Inizia sotto cattivi auspici il secondo trimestre del 2025, con un calo della fiducia di famiglie e imprese, eccezion fatta per il settore delle Costruzioni. La nuova amministrazione statunitense e i dazi esacerberanno il deterioramento delle aspettative economiche. Confesercenti avverte di un impatto negativo su Turismo e prevede una crescita del Pil allo 0,4%. I costi energetici e la guerra commerciale complicano ulteriormente il quadro, con un potenziale impatto di 11,9 miliardi di euro sui consumi
L’inizio del secondo trimestre del 2025 si presenta con segnali preoccupanti per l’economia italiana. Le ultime rilevazioni dell’Istat, pubblicate il 29 aprile, evidenziano un calo degli indicatori di fiducia, che raggiungono i minimi dell’anno sia per le famiglie che per le imprese. L’unica eccezione è il settore delle Costruzioni, che ha mostrato segnali di tenuta. Tuttavia, la situazione economica è ulteriormente aggravata da fattori esterni, come i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense, creando un clima di incertezza e deteriorando le aspettative economiche a livello globale.
L’allerta di Confesercenti per il turismo
Confesercenti ha lanciato un allerta riguardo alla forte contrazione della fiducia nel settore turistico, un comparto che potrebbe subire un impatto significativo a causa della restrizione dei mercati internazionali. Le prospettive per il turismo sono ulteriormente complicate da un andamento del Giubileo che si sta rivelando più debole rispetto alle attese iniziali. Questo evento, atteso come una grande opportunità per attrarre visitatori, sembra non avere l’impatto positivo previsto.
Deterioramento degli indicatori di fiducia
La nota di Confesercenti sottolinea come il deterioramento degli indicatori di fiducia sia correlato a un ciclo economico che, fino ad ora, ha mostrato risultati ben al di sotto delle aspettative. Secondo le stime dell’associazione, il tasso di crescita del PIL per il 2025 si attesterà attorno allo 0,4%, un risultato molto inferiore rispetto a quanto previsto dal Governo, che ha già ridotto le proprie stime rispetto ai dati di ottobre. In particolare, si registrano flessioni nei settori del Manifatturiero e dei Servizi di mercato, mentre per il Commercio e le Costruzioni si prevede una sostanziale stazionarietà.
Aumenti dei prezzi e instabilità economica
A rendere ancora più difficile la situazione per le imprese ci sono gli aumenti dei prezzi energetici, che hanno comportato un aggravio dei costi operativi e complicato la gestione delle bollette. Inoltre, la confusione legata alle polizze catastrofali contribuisce a creare un clima di instabilità. Il quadro generale delle prospettive economiche rischia di essere ancora più pessimistico di quanto già previsto, con la guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea che potrebbe ridurre significativamente la crescita dei consumi delle famiglie, stimata in circa 11,9 miliardi di euro in due anni. La situazione richiede un’attenzione particolare da parte delle istituzioni e degli operatori di settore, per evitare un ulteriore deterioramento della fiducia e delle performance economiche.






