Roma, 23 ottobre 2025 – Le maggiori compagnie petrolifere statali della Cina hanno deciso di sospendere temporaneamente gli acquisti di petrolio russo trasportato via mare. La notizia, riportata in esclusiva da Reuters, evidenzia come questa decisione sia stata dettata dalla crescente preoccupazione riguardo alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti nei confronti delle società russe Rosneft e Lukoil, due dei principali operatori del settore energetico di Mosca.
La sospensione degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina
Secondo fonti commerciali citate da Reuters, le compagnie PetroChina, Sinopec, Cnooc e Zhenhua Oil si asterranno almeno nel breve termine dal commercio di petrolio russo via mare. La Cina importa circa 1,4 milioni di barili di petrolio russo al giorno attraverso rotte marittime, ma la maggior parte di questi acquisti è effettuata da raffinerie indipendenti, note localmente come “teiere“. Le stime sugli acquisti da parte delle raffinerie statali variano considerevolmente.
La decisione cinese segue la recente imposizione di sanzioni statunitensi contro le compagnie petrolifere russe, che ha spinto anche l’India, altro grande acquirente di petrolio russo, a ridurre drasticamente le proprie importazioni per conformarsi alle restrizioni internazionali. Questo quadro segnala un progressivo isolamento del petrolio russo sui mercati globali, con ripercussioni significative sulle dinamiche energetiche e geopolitiche.
Impatti e contesto internazionale
La sospensione degli acquisti da parte di Pechino arriva in un momento di forte tensione internazionale legata al conflitto in Ucraina e alle relative sanzioni occidentali contro la Russia. Gli USA, con il loro ordine esecutivo del 6 agosto 2025, hanno imposto dazi aggiuntivi non solo sulle merci indiane ma anche su quelle connesse al commercio energetico russo, creando attriti anche con Nuova Delhi.
Questa mossa cinese rappresenta un segnale importante della crescente pressione globale sulle forniture di petrolio russe e indica come i grandi attori economici stiano rivalutando le proprie strategie commerciali alla luce delle sanzioni e delle tensioni geopolitiche in corso.






