Roma, 16 giugno 2025 – Continua a crescere il numero di famiglie italiane che si rivolgono alla Caritas per ricevere sostegno e assistenza. Nel corso del 2024, i Centri di Ascolto e servizi Caritas hanno accolto 277.775 nuclei familiari, con un incremento del 3% rispetto al 2023 e un aumento del 62,6% rispetto al 2014. Questo dato testimonia come l’aiuto della Caritas riesca a raggiungere circa il 12% delle famiglie in condizioni di povertà assoluta nel Paese.
Caritas, cresce la povertà cronica e le famiglie in difficoltà
L’analisi dei dati rivela un cambiamento nella natura delle richieste di aiuto: cala l’incidenza dei “nuovi ascolti” che passano dal 41% del 2023 al 37,7% del 2024, mentre aumentano le situazioni di povertà intermittente o di lunga durata. Particolarmente preoccupante è l’aumento delle condizioni di disagio stabile e prolungato, definite come povertà cronica: oltre un assistito su quattro (26,7%) vive in questa condizione. Questo scenario indica una difficoltà crescente non solo temporanea ma strutturale tra le famiglie coinvolte.
Il nuovo Report statistico diffuso da Caritas Italiana lancia un appello forte e chiaro: dietro ogni dato ci sono volti, storie, vite reali segnate dalla fatica e dall’invisibilità. A ricordarlo è don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, che invita a non fermarsi a una lettura puramente sociologica dei numeri. “Non si tratta solo di numeri, ma di donne e uomini che appartengono alle nostre comunità”, sottolinea Pagniello. “I dati ci aiutano a capire, ma non bastano da soli. In gioco c’è la vita di chi resta ai margini ed è spesso invisibile”.
Aumentano gli anziani poveri
Il quadro tracciato dal report evidenzia una realtà in continuo mutamento, ma sempre più critica per fasce di popolazione storicamente vulnerabili. L’età media delle persone assistite dalla Caritas è oggi di 47,8 anni. Particolarmente significativo è l’aumento degli over 65 tra i beneficiari: erano il 7,7% nel 2015, oggi rappresentano il 14,3%. Una percentuale che sale al 24,3% se si guarda solo agli italiani. Un segnale di come la povertà stia colpendo duramente anche le fasce più anziane della popolazione, spesso sole e con pensioni inadeguate.
Famiglie con figli, fragilità strutturale
Il report conferma inoltre che le famiglie con figli continuano a essere tra le più esposte al rischio di povertà. Rappresentano infatti il 63,4% degli assistiti Caritas. Una fragilità definita “strutturale”, che riflette la difficoltà crescente di coniugare lavoro e cura, spese familiari e accesso a servizi essenziali. Sono famiglie che vivono spesso in bilico, per le quali basta poco a scivolare sotto la soglia della dignità economica.
Il lavoro non basta a proteggere
Uno degli aspetti più inquietanti messi in luce dal report riguarda il legame tra occupazione e povertà. Il 47,9% delle persone seguite dalla Caritas è disoccupato, ma è il 23,5% di chi ha un impiego a destare particolare preoccupazione. Si tratta dei cosiddetti “working poor”, persone che pur lavorando non riescono a uscire dalla condizione di indigenza. Una condizione che colpisce in particolare la fascia tra i 35 e i 54 anni, dove la percentuale dei lavoratori poveri supera addirittura il 30%. Un dato che mette in discussione l’idea che il lavoro sia di per sé un fattore di protezione sociale.
L’invito di Caritas alla corresponsabilità
“Tra le pieghe di una realtà segnata da contraddizioni e fragilità – conclude don Pagniello – si fa spazio un appello alla comunità tutta, interpellata nella sua vocazione alla corresponsabilità. Scegliamo di stare sulle soglie, di abitarle, di prenderci cura, di favorire processi che non si fermino all’emergenza, ma aprano strade di cambiamento possibile”.
Reddito di povertà e interventi regionali
Parallelamente ai dati Caritas, in Sicilia è in corso la fase finale per l’erogazione del reddito di povertà, una misura di solidarietà una tantum destinata a quasi 8 mila famiglie in grave disagio economico e sociale. Complessivamente, sono stati stanziati 30 milioni di euro per finanziare 7.932 nuclei familiari, con importi fino a 5 mila euro a nucleo, calcolati in base alla situazione economica e alla composizione familiare. Fino al 27 giugno è aperta la piattaforma digitale per il caricamento di documenti da parte dei beneficiari, necessari per certificare la possibilità di essere impiegati in attività socialmente utili, requisito previsto dall’assessorato regionale alle Politiche sociali per la corresponsabilità e l’inclusione attiva.