Roma, 28 agosto 2025 – A partire dal 1° settembre entrerà in vigore una nuova normativa che introduce un tetto massimo del 5% alle commissioni sui buoni pasto per gli esercenti appartenenti alle reti convenzionate. Questa misura, già adottata nel settore pubblico, si estende ora anche al comparto privato con l’obiettivo di rendere più sostenibili per supermercati, bar e ristoranti queste forme di welfare aziendale.
La legge sul tetto alle commissioni dei buoni pasto
La nuova disposizione riguarda tutti i buoni pasto, sia cartacei sia elettronici. I contratti già stipulati dovranno essere adeguati entro il 31 agosto, mentre i buoni emessi prima di tale data manterranno le vecchie commissioni fino al 31 dicembre 2025. Dal 1° gennaio 2026, anche per questi ultimi, la commissione non potrà superare il 5%. Va sottolineato che la misura non incide direttamente sul valore del buono per il lavoratore, ma sulle commissioni pagate dagli esercenti alle società emittenti per poter accettare i ticket come forma di pagamento. Questo cambiamento mira a riequilibrare il mercato a favore degli esercizi commerciali, potenzialmente aumentando il numero di locali convenzionati.
Impatti e reazioni delle parti coinvolte
Le società emittenti, rappresentate da ANSEB, hanno espresso preoccupazioni riguardo a un possibile aumento dei costi per le aziende che acquistano i buoni pasto come servizio sostitutivo della mensa aziendale. ANSEB ha evidenziato che il blocco delle commissioni potrebbe tradursi in tagli e rimodulazioni del welfare aziendale, poiché le società dovrebbero compensare il minor guadagno riducendo lo sconto applicato alle imprese, con conseguente incremento dei costi per queste ultime.
Dall’altra parte, gli esercenti accolgono positivamente la norma. Luciano Sbraga, vicedirettore e responsabile dell’ufficio studi di FIPE Confcommercio, ha dichiarato che la misura evita squilibri tra mercato pubblico e privato, favorendo un ambiente più competitivo e trasparente. Sbraga ha inoltre ricordato che i buoni pasto rappresentano già un importante strumento di welfare esente da tasse e contributi, garantendo alle aziende un risparmio significativo sulla retribuzione diretta.
Attualmente, sono circa 3,5 milioni i lavoratori che utilizzano i buoni pasto, con oltre 170.000 esercizi convenzionati e circa 150.000 imprese che riconoscono questo benefit ai propri dipendenti. La nuova regolamentazione potrebbe quindi avere un impatto rilevante sull’intero sistema di welfare aziendale legato ai buoni pasto.
