Dal 1° gennaio il bollo auto cambierà volto. La riforma appena varata ridisegna il perimetro delle esenzioni e introduce regole di pagamento più rigide, con l’obiettivo dichiarato di semplificare il sistema e alleggerire i costi per una parte degli automobilisti. Ma chi potrà davvero dire addio alla tassa automobilistica? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Bollo auto: ecco quali sono le esenzioni per le auto
La prima grande novità riguarda i veicoli immatricolati da oltre vent’anni, che saranno automaticamente esenti dal bollo, purché destinati a un uso esclusivamente privato e non professionale. Non servirà più il certificato di rilevanza storica: la data di prima immatricolazione diventa il criterio unico e sufficiente. Un cambiamento che interessa una platea molto ampia, composta da vetture d’epoca, youngtimer e modelli iconici degli anni ’90 e 2000, spesso mantenuti più per passione che per necessità.

Stretta sui pagamenti per chi acquista dal 2026
Per tutti i veicoli immatricolati a partire dal 2026, il bollo dovrà essere versato in un’unica soluzione annuale. La scadenza coinciderà sempre con il mese di immatricolazione: il primo pagamento entro l’ultimo giorno del mese successivo, i successivi ogni anno nella stessa finestra. Scompaiono quindi rate trimestrali e semestrali.
Bollo auto: tariffe regionali e nuovo archivio nazionale
Il metodo di calcolo resta ancorato alla potenza in kW e alla classe ambientale del veicolo, mentre le Regioni continueranno a gestire tariffe e agevolazioni, in particolare per i mezzi a basso impatto ecologico. Nasce inoltre l’ANTA, l’Archivio Nazionale delle Tasse Automobilistiche, pensato per uniformare i controlli e ridurre errori ed evasione. Obbligo di pagamento anche per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo.
Superbollo ed ecobonus
Resta invariato il superbollo per le auto oltre i 185 kW. Per elettriche e ibride, esenzioni e sconti rimarranno materia regionale, con differenze significative da territorio a territorio: c’è chi garantisce anni di bollo gratuito e chi opta per riduzioni parziali.
Per tutte le vetture immatricolate prima del 2026, invece, non cambierà nulla: si continuerà con il sistema attualmente in vigore.
La riforma promette semplificazione e maggiori controlli, ma sarà il comportamento degli automobilisti — e soprattutto delle Regioni — a decretarne il successo.
