Milano, 17 settembre 2025 – Fininvest, la holding di famiglia guidata da Marina Berlusconi, ha chiuso il bilancio 2024 segnando un punto di svolta nella sua gestione industriale e finanziaria, con un valore complessivo che è raddoppiato in tre anni arrivando a circa 6 miliardi di euro. Un risultato che non dipende solo dai bilanci ma da scelte strategiche che hanno ridefinito il profilo della società, in particolare dopo la cessione quasi definitiva del Monza.
L’addio al calcio: il peso economico del Monza
Il 2025 segna un’epoca nuova per Fininvest, che per la prima volta in quasi quattro decenni si libera della gestione diretta di un club calcistico, abbandonando il Monza dopo un investimento di oltre 300 milioni in sei anni. Questo club brianzolo, che ha raggiunto per la prima volta la Serie A, è stato ceduto all’investitore statunitense Beckett Layne Ventures per circa 45 milioni, con l’operazione in chiusura.
Il confronto con il Milan, detenuto dalla holding dal 1986 al 2017, è significativo: in trent’anni il club rossonero è costato circa un miliardo di euro ma ha generato 29 trofei, tra cui 8 scudetti e 5 Champions League, diventando un potente volano di marketing e comunicazione. La svalutazione del Monza di 121 milioni nel bilancio 2024 ha di fatto “spesato” i rischi legati alla cessione, alleggerendo la pressione finanziaria su Fininvest.
I dividendi trainanti: Mediolanum protagonista
Sul versante delle entrate, i dividendi rappresentano la principale fonte di ricchezza per Fininvest. Nel 2024, su 252 milioni di euro di proventi da partecipazioni, ben 176 milioni sono arrivati da Banca Mediolanum, l’istituto fondato nel 1982 da Ennio Doris insieme a Silvio Berlusconi. Negli ultimi tre anni, Mediolanum ha contribuito in media al 66% dei dividendi totali incassati dalla holding, con 427 milioni su 646,7 milioni complessivi, a fronte di un “rosso” di circa 200 milioni generato dal Monza.
Il rapporto con Banca Mediolanum rappresenta per Fininvest un asset fondamentale, tanto da influenzare le strategie di investimento e la gestione delle risorse. Il distacco dal calcio permette ora alla holding di concentrarsi su business più solidi e redditizi.
Crescita in Borsa di Fininvest
Dal punto di vista finanziario, il portafoglio quotato di Fininvest ha registrato una crescita significativa negli ultimi tre anni. La capitalizzazione di Mfe-Mediaset è salita da 1,21 a 2,97 miliardi di euro, Mondadori da 473 a 543 milioni, mentre Banca Mediolanum ha raddoppiato il suo valore passando da 5,79 a 12,74 miliardi. Complessivamente, il valore di mercato delle partecipazioni quotate è passato da 7,4 a 16,2 miliardi, con la quota parte di Fininvest che è cresciuta da 2,54 a 5,17 miliardi.
Questa evoluzione riflette la nuova impostazione più pragmatica e meno “edonistica” del gruppo, che punta a rafforzare i core business tradizionali e ad espandersi in nuove aree, come dimostra l’acquisizione da parte di Mfe-Mediaset di ProSiebenSat, che apre l’accesso a cinque mercati europei tra cui Germania, Spagna e Austria. Nel contempo, Fininvest ha deciso di dismettere beni immobiliari onerosi come Villa Certosa, concentrandosi sulle proprietà simbolo come Arcore.
Le attese per il 2025 sono di un deciso miglioramento della generazione di cassa, con la holding che dovrebbe tornare a distribuire dividendi senza dover attingere alle consistenti riserve di utili accumulate, pari a 1,3 miliardi. Il valore complessivo del portafoglio, stimato dal net asset value, si attesta oggi intorno ai 6 miliardi, confermando la solidità finanziaria e l’efficacia delle scelte strategiche di Fininvest.






