Secondo Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, il ciclo di politica monetaria restrittiva si avvia alla conclusione. Lo ha dichiarato a Bruxelles, durante una presentazione in cui ha illustrato l’evoluzione delle prospettive macroeconomiche dell’Eurozona. “Il ciclo di politica monetaria sta giungendo al termine poiché l’inflazione a medio termine si stabilizza sul target”, ha spiegato. La frenata dei prezzi, in particolare grazie al rallentamento dei costi dell’energia, contribuisce a riportare l’indice dei prezzi verso l’obiettivo del 2%. Si tratta, ha chiarito Schnabel, di un rallentamento temporaneo, ma coerente con un ritorno alla stabilità nel medio periodo.
Schnabel: “Crescita solida nonostante i rischi globali”
Nonostante le tensioni commerciali internazionali e la frammentazione geopolitica, le previsioni economiche della BCE restano fiduciose. “Le prospettive di crescita rimangono complessivamente stabili nonostante il conflitto commerciale”, ha detto Schnabel, rilevando che l’area euro continua a beneficiare di una base economica solida. La resilienza del mercato del lavoro, seppur accompagnata da un rallentamento della crescita salariale, contribuisce a sostenere i consumi interni. Tuttavia, l’invecchiamento demografico pone una sfida strutturale: “Le economie dell’area euro dovranno affrontare una carenza strutturale di manodopera”, ha avvertito l’economista tedesca.
Credito e investimenti pubblici spingono la ripresa
L’allentamento monetario in atto inizia a riflettersi in maniera tangibile sulle condizioni finanziarie. “Le condizioni di finanziamento non sono più restrittive”, ha osservato Schnabel, sottolineando che il miglioramento dei flussi di credito a famiglie e imprese rappresenta un segnale positivo. Anche la spesa pubblica sta giocando un ruolo rilevante: “La spesa aggiuntiva per la difesa e le infrastrutture contrasta l’impatto del conflitto tariffario sulla crescita”. Queste misure, ha aggiunto, avranno effetti espansivi nel medio periodo, soprattutto se i moltiplicatori fiscali – in particolare per gli investimenti pubblici – si riveleranno superiori alle stime attuali.
Schnabel: “Vigilanza sulla fragilità delle aspettative”
Pur riconoscendo i segnali incoraggianti sul fronte dei prezzi, Schnabel ha ribadito la necessità di rimanere cauti. “Le aspettative di inflazione restano fragili e devono essere monitorate”, ha avvertito, segnalando che eventuali nuovi shock – ad esempio legati ai prezzi delle materie prime o alle catene del valore – potrebbero riportare instabilità. In particolare, ha messo in guardia sui dazi e sulla crescente strumentalizzazione delle risorse strategiche: fattori che potrebbero amplificare le pressioni inflazionistiche e creare strozzature nelle forniture globali.
Verso un’Unione economica più integrata
Nella sua analisi, Schnabel ha inoltre evidenziato i limiti interni al mercato unico europeo: “Il mercato unico offre grandi opportunità, ma le barriere interne frenano la crescita”. Per sostenere la competitività e affrontare le sfide globali, è urgente – secondo l’economista – completare l’integrazione economica e finanziaria dell’Unione. In questo contesto, un ruolo strategico potrà essere svolto dall’euro digitale: “Può preservare la sovranità, in un contesto in cui i pagamenti sono dominati da fornitori stranieri”, ha dichiarato. Nonostante l’attuale centralità del dollaro nei circuiti finanziari globali, Schnabel ha ribadito che “il ruolo internazionale dell’euro resta solido e può essere ulteriormente rafforzato”.






