Milano, 1 novembre 2025 – Nessuna sorpresa dalla Banca Centrale Europea (BCE): nella riunione di giovedì scorso, Christine Lagarde ha confermato la linea della prudenza, lasciando invariati i tassi di interesse. Il Consiglio della Bce, riunito a Firenze, ha scelto un atteggiamento “attendista”, come hanno osservato analisti ed economisti, che descrivono la posizione di Francoforte come legata all’andamento dei dati macroeconomici in vista della riunione di dicembre. In generale, il mercato non prevede nuovi tagli a breve: secondo diversi osservatori, tra cui Robeco, per muoversi ancora servirà un vero e proprio “shock” economico.
BCE, nessuna riduzione dei tassi per i mutui
Per chi ha un mutuo, dunque, non si prospettano imminenti riduzioni dei tassi dopo un ciclo di otto tagli consecutivi che, tra giugno 2024 e giugno 2025, ha già comportato una diminuzione complessiva di 200 punti base. Come ricorda MutuiOnline, “sembra non esserci più spazio per continuare sulla strada dell’allentamento monetario”, con la maggior parte degli esperti che scommette su una pausa anche nella prossima riunione della Bce. Il ciclo dei tagli, insomma, appare giunto al termine.
In un contesto di tassi ormai stabilizzati, la situazione del mercato dei mutui resta sostanzialmente ferma. Attualmente, un finanziamento da 180.000 euro a 20 anni comporta, nella versione a tasso variabile, una rata mensile di 971 euro contro i 1.023 euro del fisso. Il risparmio si aggira quindi sui 52 euro al mese, pari a circa 12.500 euro nell’intera durata del mutuo. Allungando la durata a 30 anni, la rata del variabile scende a 729 euro, contro i 785 del fisso: un vantaggio mensile di 56 euro e un risparmio complessivo di oltre 20.000 euro. Tuttavia, questi benefici non sembrano sufficienti a convincere gli italiani, che continuano a preferire il tasso fisso: oltre il 90% delle nuove richieste di mutuo si concentra ancora su questa formula, segno della diffidenza verso l’incertezza legata all’Euribor.
BCE, il risparmio con la variabile green
Con i tassi fermi, l’attenzione si sposta quindi su altri fattori che possono incidere sul costo del mutuo, in particolare l’efficienza energetica degli immobili. Facile.it sottolinea che un’abitazione in classe energetica elevata permette di accedere a un mutuo “green”, che può far risparmiare fino a 4.500 euro in 25 anni rispetto a un mutuo tradizionale. MutuiOnline conferma la tendenza, rilevando che i tassi annui nominali (Tan) dei mutui green risultano mediamente inferiori di 40-50 punti base rispetto alle soluzioni standard. Nell’esempio di un mutuo ventennale, le migliori offerte a tasso fisso green possono generare un risparmio complessivo di circa 10.200 euro nell’arco dell’intero finanziamento.
A favorire i mutui green è anche la maggiore disponibilità delle banche a concederli. Secondo l’ultimo bollettino della Bce, citato da Facile.it, negli ultimi dodici mesi gli istituti di credito hanno allentato i criteri di concessione per gli edifici con alte prestazioni energetiche, mentre li hanno irrigiditi per quelli con basse performance. Una tendenza coerente con le normative europee che spingono le banche a valorizzare gli asset sostenibili, anche in termini di requisiti patrimoniali.
Va però considerato che gli immobili “verdi” hanno costi più elevati: secondo le ultime rilevazioni, il prezzo medio è di circa 700 euro in più al metro quadrato rispetto a quello di un’abitazione con prestazioni energetiche inferiori. Un fattore che incide sensibilmente sui bilanci delle famiglie, pur a fronte dei vantaggi in termini di finanziamento.
Rischio climatico come elemento per il mutuo
Un ulteriore elemento da tenere in considerazione è il rischio climatico. Come segnala Facile.it, il cambiamento climatico sta influenzando le condizioni di accesso al credito per gli immobili situati in aree esposte a eventi meteorologici estremi. Le banche, infatti, valutano con maggiore prudenza i finanziamenti destinati a case in zone soggette a inondazioni o altri fenomeni naturali, poiché aumenta il cosiddetto “rischio fisico” legato alla possibilità che l’immobile subisca danni e che ciò incida sulla capacità di rimborso del mutuo. In questi casi, i tassi di interesse tendono a salire.
In sintesi, mentre la Bce mantiene una politica monetaria stabile e i tassi restano fermi, chi cerca un mutuo deve orientarsi su altri aspetti per contenere i costi: scegliere immobili efficienti dal punto di vista energetico e in zone a basso rischio climatico può fare la differenza, sia nelle condizioni di finanziamento, sia nelle prospettive di valore nel tempo.






