Milano, 21 agosto 2025 – L’Assemblea degli azionisti di Mediobanca, convocata in data odierna e rappresentante il 78% del capitale sociale, ha espresso un netto giudizio negativo sull’offerta pubblica di scambio (OPS) su Banca Generali proposta dal consiglio di amministrazione guidato dall’amministratore delegato Alberto Nagel. La proposta ha raccolto solo il 35% dei voti favorevoli, con un 10% di contrari e un’astensione pari al 32%, che include significative quote di importanti investitori come Delfin e alcune casse previdenziali italiane.
I dettagli del voto e le posizioni degli azionisti
Il voto è stato caratterizzato da un sostanziale dissenso interno: gli investitori istituzionali hanno rappresentato il 25% dei voti favorevoli mentre il restante 10% è stato espresso da investitori privati. Tra i contrari si è distinto il gruppo Caltagirone con circa il 10% del capitale. L’astensione, pari a quasi un terzo del capitale, ha coinvolto il 20% detenuto da Delfin, il 5% delle casse previdenziali (Enasarco, Enpam, Forense), il 3% di investitori istituzionali come Amundi, Anima e Tages, oltre a Edizione Holding e Unicredit con quote minori.
A seguito di questo risultato, Mediobanca ha dichiarato decaduta l’offerta su Banca Generali, come riportato nella nota ufficiale diffusa al termine dell’assemblea.
Il contesto strategico e finanziario di Mediobanca
Questa decisione avviene in un momento in cui Mediobanca festeggia risultati record per l’esercizio 2024-2025, con un utile netto di 1,33 miliardi di euro e ricavi consolidati pari a 3,72 miliardi, in crescita rispettivamente del 4,5% e del 3,1%. Il gruppo, con un forte posizionamento nel Wealth Management e una raccolta netta record, ha confermato una politica di dividendi generosa e un piano di buyback azionario in corso.
L’amministratore delegato Alberto Nagel ha più volte sottolineato che l’OPS su Banca Generali rappresentava un passo strategico per consolidare la posizione di Mediobanca come protagonista della gestione del risparmio in Italia ed Europa. Tuttavia, l’assemblea ha scelto di non autorizzare l’operazione, segnando una battuta d’arresto per l’ambizioso progetto di integrazione.
Nel frattempo, resta sul tavolo l’offerta concorrente di Monte dei Paschi di Siena, ritenuta da Mediobanca “del tutto inadeguata e non conveniente” e che presenta, secondo il management, rischi significativi per il profilo e la solidità del gruppo. La partita sul futuro di Mediobanca e Banca Generali resta dunque aperta, in un contesto di mercato particolarmente dinamico e competitivo.






