Roma, 13 dicembre 2025 – È ancora alta la tensione tra Ryanair e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) italiana, impegnata a valutare l’esistenza di un possibile abuso di posizione dominante da parte della compagnia aerea low cost. La decisione definitiva è attesa per il 22 dicembre, e potrebbe portare a una sanzione pecuniaria compresa tra 500 milioni e un miliardo di euro, oltre a imporre modifiche sostanziali al modello di business adottato finora dal vettore irlandese.
Il fulcro dell’istruttoria AGCM contro Ryanair
L’istruttoria avviata nel settembre 2023 dall’AGCM, presieduta attualmente da Roberto Rustichelli, punta il dito su alcune pratiche di Ryanair che, secondo l’Autorità, limiterebbero la concorrenza nel mercato italiano del trasporto aereo. In particolare, il procedimento A568 contesta alla compagnia di aver imposto restrizioni che ostacolano la vendita dei biglietti da parte delle agenzie di viaggio, sia fisiche che online.
Tra le misure contestate figura la verifica facciale obbligatoria per i passeggeri che acquistano tramite intermediari, il sistema di blocco automatico delle prenotazioni “anomale” denominato “Shield” e contratti di distribuzione giudicati squilibrati. L’effetto risultante, secondo l’AGCM, è stato quello di spingere i consumatori ad acquistare direttamente dal sito Ryanair, riducendo così la trasparenza dei prezzi e la libertà di scelta, con un conseguente indebolimento della concorrenza.

Le ragioni di Ryanair e le possibili implicazioni legali
Ryanair ha risposto con forza alle accuse, definendole una “grave mistificazione dei fatti”. Nel documento difensivo di oltre duecento pagine inviato all’AGCM, la compagnia ha sottolineato che i sistemi di verifica e blocco sono essenzialmente strumenti di sicurezza volti a prevenire frodi. Ha inoltre ribadito come il suo modello di vendita diretta sia la chiave per mantenere tariffe competitive e che non vi è alcun obbligo normativo europeo a negoziare con le agenzie di viaggio.
Un punto di particolare rilievo nella difesa di Ryanair è la contestazione della definizione di “mercato” utilizzata dall’AGCM. La compagnia sostiene che l’autorità italiana abbia ridotto artificialmente il perimetro di analisi, facendo lievitare la sua quota di mercato dal 34% al 50%, oltre la soglia che la giurisprudenza europea considera indicativa di posizione dominante. Alcuni esperti ritengono che questa osservazione abbia un fondamento, anche se la Corte d’Appello di Milano ha già sancito nel 2024 che la scelta di riservare la vendita dei biglietti a sé non costituisce abuso.
Se confermata, la sanzione potrebbe raggiungere il 10% del fatturato generato in Italia, che negli ultimi anni si è attestato mediamente a 2,7 miliardi di euro. Oltre alla multa, l’AGCM potrebbe imporre a Ryanair di modificare il proprio modello di business, obbligandola ad accettare l’intermediazione tramite agenzie di viaggio, una misura senza precedenti nel panorama europeo.
Il ruolo e i poteri dell’AGCM nella tutela della concorrenza
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituita nel 1990 e con sede a Roma, è un organismo amministrativo indipendente che vigila sul rispetto delle norme a tutela della libera concorrenza e dei consumatori in Italia. Presieduta da Roberto Rustichelli, l’AGCM ha tra i suoi compiti principali la prevenzione degli abusi di posizione dominante e il contrasto alle pratiche commerciali scorrette.
L’autorità dispone di poteri sanzionatori significativi, potendo irrogare multe fino al 10% del fatturato annuo delle imprese coinvolte e adottare provvedimenti cautelari urgenti per evitare danni irreparabili al mercato. Nel contesto europeo, l’AGCM collabora con la Commissione europea e con le altre autorità nazionali per garantire l’efficacia delle norme concorrenziali.
Al momento, né Ryanair né l’AGCM hanno rilasciato ulteriori commenti ufficiali, in attesa della decisione che potrebbe segnare un precedente importante nella regolamentazione del settore aereo e nella tutela dei canali di vendita indiretti in Italia.



