Roma, 15 ottobre 2025 – L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) torna a sollevare con forza la questione dell’utilizzo dell’imposta di soggiorno, evidenziandone i rischi di stravolgimento rispetto alla sua funzione originaria. In una nota diffusa oggi, il presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, ha ribadito la contrarietà dell’associazione alle disposizioni contenute nel recente decreto-legge che prevedono di destinare una parte del gettito derivante dall’imposta a coprire spese sociali comunali, in particolare quelle legate al sostegno a minori e all’assistenza per alunni disabili.
L’imposta di soggiorno: una risorsa vincolata al turismo
L’ANCI sottolinea come l’imposta di soggiorno non possa essere considerata una “entrata libera”, ma debba essere utilizzata esclusivamente per finanziare le spese direttamente correlate all’impatto dei flussi turistici sui territori locali. Tra queste rientrano interventi su mobilità, decoro urbano, gestione dei rifiuti e supporto alle strutture ricettive.
Il presidente Manfredi ha definito la recente norma una “soluzione tampone” che rischia di scaricare sui bilanci comunali oneri tipicamente di competenza statale, con un impatto negativo sia sui comuni sia sulla stessa filiera turistica, che potrebbe vedersi sottrarre risorse fondamentali per la propria crescita. L’ANCI evidenzia come questa scelta possa distogliere fondi essenziali dalle politiche turistiche locali, compromettendo la sostenibilità dei servizi offerti.
Richiesta di un confronto urgente con il Governo
Nella nota, l’ANCI chiede un incontro urgente al ministro Giorgetti per un dialogo costruttivo volto a rivedere la norma inserita nel disegno di legge di Bilancio. L’associazione auspica di poter individuare soluzioni finanziarie più efficaci e strutturali, che permettano ai comuni di far fronte ai crescenti oneri sociali senza compromettere la destinazione originaria dell’imposta di soggiorno.





