Bruxelles, 22 agosto 2025 – Il settore siderurgico europeo continua a fronteggiare una situazione di grande incertezza e difficoltà a causa delle tariffe commerciali imposte dagli Stati Uniti. Eurofer, l’associazione che rappresenta l’industria siderurgica europea, lancia un allarme sul rischio che una parte significativa di circa 1 milione di tonnellate di acciaio possa scomparire dal mercato a causa dei dazi statunitensi, già applicati con una tassa del 15% e, in molti casi, fino al 50%.
Dazi sull’acciaio e impatto sull’export europeo
Secondo i dati forniti da Eurofer, nel 2024 l’Unione Europea ha esportato verso gli Stati Uniti circa 760.000 veicoli, equivalenti a circa 1 milione di tonnellate di acciaio. Questo volume è a rischio a causa del dazio statunitense del 15% attualmente in vigore sui veicoli prodotti in Europa, senza considerare ulteriori tariffe fino al 50% che gravano sul comparto siderurgico.
Axel Eggert, direttore generale di Eurofer, evidenzia che la situazione rimane critica soprattutto per l’export diretto di acciaio e alluminio verso gli Stati Uniti, gravato da tariffe che non sono state ancora rimosse nonostante la dichiarazione congiunta Ue-Usa del 27 luglio scorso, in seguito al vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il testo dell’accordo resta vago e non definisce chiaramente il sistema di quote che dovrebbe sostituire le attuali misure tariffarie. Eurofer sottolinea la necessità di avviare subito i lavori per ripristinare un accesso preferenziale ai tradizionali volumi di acciaio europeo verso gli Stati Uniti, sottolineando ritardi già evidenti come dimostrato dall’attuazione dell’accordo Usa-Regno Unito.
Sovraccapacità globale e misure di difesa commerciale
Il fenomeno della sovraccapacità globale di acciaio, spinta principalmente da Asia, Nord Africa e Medio Oriente, continua a mettere sotto pressione il mercato europeo. Dal 2018, Eurofer stima che l’industria siderurgica europea abbia perso complessivamente 30 milioni di tonnellate tra mercato interno ed estero, anche a causa della flessione della domanda nei settori utilizzatori.
Il cosiddetto “ring-fencing”, ovvero la creazione di barriere a tutela dei mercati interni, richiede un allineamento stretto tra i regimi di importazione di Bruxelles e Washington. La Commissione europea si prepara a proporre a settembre una nuova misura di difesa commerciale, che Eurofer auspica sia coraggiosa ed efficace nel proteggere la capacità produttiva europea.
Nonostante le difficoltà, gli studi indicano che una difesa più forte dell’acciaio europeo avrebbe un impatto trascurabile sui settori utilizzatori a valle, mentre l’effetto complessivo delle tariffe rischia di essere pesante anche per le filiere connesse.
Le ultime tariffe Usa, introdotte al 25% a marzo e al 50% a giugno, hanno avuto un impatto definito “distruttivo” dall’associazione, che chiede a Bruxelles una risposta coordinata e strumenti di difesa commerciale efficaci in collaborazione con gli Stati Uniti.





