Un progetto visionario avviato nel 2005 rinasce nel 2025 tra architettura iconica, sostenibilità e spettacolo visivo.
Nel cuore di Roma, dove l’antico si fonde con il moderno, spiccano opere architettoniche che segnano lo skyline della Città Eterna. Accanto a capolavori firmati da archistar internazionali come il Maxxi di Zaha Hadid, l’Auditorium Ennio Morricone di Renzo Piano, l’Ara Pacis di Richard Meier e la Nuvola di Massimiliano Fuksas, oggi si aggiunge una struttura destinata a cambiare la percezione dell’architettura contemporanea: la Vela di Santiago Calatrava. Concepita nel 2005 come centro della Città dello Sport per i Mondiali di Nuoto del 2009, questa imponente struttura alta 75 metri e del peso di oltre 6.800 tonnellate ha finalmente trovato nuova vita nel 2025, diventando un simbolo di innovazione urbana, rigenerazione e sostenibilità.

La Vela che sfida la gravità con eleganza
Le linee fluide e leggere della Vela sembrano voler sfidare le leggi fisiche, evocando l’immagine di una vela gonfiata dal vento che fluttua sopra Tor Vergata. Il progetto di Calatrava, architetto e ingegnere spagnolo di fama mondiale, non è solo un esercizio di stile: è un invito a riscoprire il legame tra design e percezione sensoriale. Le forme sinuose della struttura sono pensate per interagire con la luce solare, creando giochi di chiaro e scuro che regalano a ogni sguardo un’emozione nuova, trasformando ogni angolo in una prospettiva inedita. Nonostante la sua monumentalità, la Vela trasmette una dinamicità leggera, come se fosse in costante movimento, sospesa tra cielo e città.
Simbolo di futuro e sostenibilità nel cuore della capitale
La riqualificazione del complesso è avvenuta in vista del Giubileo dei Giovani 2025, grazie a un investimento pubblico da 80 milioni di euro. Gli interventi hanno interessato il consolidamento e collaudo delle strutture esistenti, il completamento del Palasport trasformato in un’arena all’aperto con 8.000 posti a sedere (fino a 15.000 in totale), e il rinnovamento delle aree esterne, della viabilità e delle infrastrutture sotterranee. Ma ciò che distingue questo progetto è la centralità della sostenibilità ambientale: sono stati messi a dimora alberi e arbusti che, secondo le stime, porteranno a una riduzione delle emissioni di CO2 di 45 tonnellate in 20 anni e 65 tonnellate in 30 anni. Il progetto prevede anche il recupero delle acque, la produzione di energia pulita e la futura realizzazione di un parco botanico urbano.

La Vela, così, diventa molto più di un simbolo estetico: è una dichiarazione d’intenti, un ponte tra passato e futuro, tra innovazione e rispetto per l’ambiente. Si colloca in modo armonico in un contesto urbano dominato dalla storia millenaria, dimostrando che anche l’architettura contemporanea può dialogare con il patrimonio culturale senza stravolgerlo.
Un gioco di luci che racconta il cielo
A rendere questa opera ancora più unica è il nuovo sistema di illuminazione artistica, progettato dalla lighting designer Barbora Nacarova. Le luci non sono semplicemente decorative: raccontano il ciclo del giorno e della notte, riproducendo i movimenti del sole, della luna e delle stelle. L’effetto finale è una coreografia luminosa che accompagna la struttura in un poetico viaggio visivo, in costante trasformazione. Questo impianto scenografico ha conquistato il primo premio ai Darc Awards 2024 – Structure High Budget, affermandosi come la migliore illuminazione artistica al mondo.
Dopo vent’anni, la Vela non è più un’idea incompiuta, ma una realtà che appartiene ai cittadini. Rappresenta un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici, dove la bellezza architettonica si fonde con l’utilità sociale, il rispetto ambientale e la visione artistica. È l’esempio perfetto di come Roma possa guardare avanti, abbracciando il futuro senza rinunciare alla sua anima storica.






