Nuove ricerche sull’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. distrusse Pompei stanno ridefinendo la cronologia e le condizioni di quel tragico evento. Un recente studio condotto da un team spagnolo ha esaminato 14 calchi delle vittime scoperte negli scavi, portando alla luce un dettaglio finora poco considerato: le persone indossavano abiti di lana pesante, sia all’interno che all’esterno delle abitazioni. Questo elemento apre nuovi interrogativi sulla stagione in cui avvenne la catastrofe e mette in discussione la tradizionale data del 24 agosto tramandata dalle fonti antiche.
Analisi delle vittime: abiti pesanti e nuove ipotesi sulla data dell’eruzione
Le analisi sui calchi, che rappresentano i corpi pietrificati degli abitanti di Pompei, hanno evidenziato come gli indumenti fossero composti da tessuti spessi e pesanti, tipici dei periodi freddi. Questa scoperta contrasta con l’idea consolidata di un’eruzione estiva, ed è supportata da altri indizi archeologici e botanici che suggeriscono un clima autunnale al momento dell’esplosione del vulcano. Gli studiosi ipotizzano quindi che l’eruzione possa essere avvenuta più tardi rispetto a quanto riportato da Plinio il Giovane, il cui resoconto storico indica il 24 agosto.
Questa nuova prospettiva ha acceso un acceso dibattito tra gli esperti di vulcanologia, archeologia e storia romana. Alcuni ricercatori sottolineano che la presenza di mantelli e abiti di lana potrebbe indicare un clima più freddo, coerente con i mesi autunnali, mentre altri invitano alla cautela, ricordando che l’abbigliamento potrebbe essere influenzato da fattori culturali o sociali dell’epoca.
Scoperte recenti e studi sul DNA delle vittime di Pompei
Parallelamente, l’analisi del DNA antico delle vittime ha fornito ulteriori dettagli sulla composizione demografica della popolazione di Pompei al momento dell’eruzione. Contrariamente alla narrazione romantica e spesso stereotipata che circola nei libri di storia e tra le guide turistiche, i dati genetici mostrano una popolazione eterogenea, con origini miste e una complessa struttura sociale.
Inoltre, negli ultimi mesi sono stati rinvenuti nuovi scheletri durante gli scavi, accompagnati da un piccolo tesoro, probabilmente appartenuto a due persone che tentavano di fuggire dalla furia del Vesuvio. Questi ritrovamenti arricchiscono ulteriormente il quadro archeologico, offrendo spunti più dettagliati sulla vita quotidiana e le dinamiche umane nel momento della catastrofe.
Il dibattito sulla data esatta dell’eruzione e sulle condizioni climatiche sta spingendo archeologi e vulcanologi a confrontarsi in importanti simposi internazionali, come quello recentemente tenutosi a Boscoreale, vicino a Pompei, che ha visto la partecipazione di studiosi da tutto il mondo. Tali approfondimenti scientifici sono fondamentali per comprendere meglio non solo l’evento storico ma anche i rischi legati all’attività vulcanica contemporanea del Vesuvio.






