Pollenzo, 13 dicembre 2025 – A quasi quarant’anni dalla fondazione di Slow Food, il movimento nato come risposta alla diffusione del fast food e delle cattive abitudini alimentari, Carlo Petrini, noto con il diminutivo di Carlin e fondatore e anima del progetto, racconta la sua storia e le connessioni che hanno segnato il suo cammino, tra amicizie inaspettate e una battaglia costante per la valorizzazione della biodiversità e della cultura gastronomica italiana. Nel frattempo, Slow Food continua a consolidare il suo ruolo a livello globale, promuovendo il diritto a un cibo buono, pulito e giusto, e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo si prepara a un nuovo corso gratuito dedicato ai migranti, un segnale forte di inclusione sociale.
Carlo Petrini e il percorso di Slow Food
Carlo Petrini, 76 anni, originario di Bra, è stato il promotore di un cambiamento radicale nel modo di intendere il cibo e la sua produzione. Slow Food nasce nel 1986 proprio come antidoto al dilagare del fast food e del cibo industriale, con l’obiettivo di tutelare la biodiversità alimentare e difendere il diritto al piacere del consumo di cibo autentico e di qualità. Il movimento, oggi presente in oltre 160 paesi, è guidato da un comitato internazionale e si impegna a valorizzare le tradizioni agricole e gastronomiche locali, promuovendo pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Petrini racconta di come, paradossalmente, la presenza di catene come McDonald’s abbia contribuito a far nascere Slow Food. “Un signore che si occupava di McDonald’s in Italia mi disse: io sono il suo nemico, ma in realtà gli sono grato perché senza di loro non ci sarebbe stato Slow Food“, ricorda con ironia. È un riconoscimento implicito di quanto il movimento abbia saputo intercettare un bisogno crescente di riscoperta e valorizzazione del patrimonio gastronomico italiano.
L’Università di Scienze Gastronomiche, fondata da Slow Food nel 2004 a Pollenzo, rappresenta una delle più importanti eredità di Petrini. Qui sono passati quasi cinquemila studenti provenienti da 110 Paesi diversi, e proprio in questi giorni si avvia un corso gratuito per migranti, dedicato a formarli nel lavoro di sala nei ristoranti, una risposta concreta a un settore spesso carente di manodopera qualificata e a un tema sociale urgente.

Un rapporto speciale con Papa Francesco
Carlo Petrini ha intrecciato una relazione singolare con Papa Francesco, scomparso il 21 aprile 2025, un’amicizia nata da un profondo rispetto reciproco e da valori condivisi. Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936, con origini piemontesi e liguri, era noto per il suo stile di vita semplice e la sua attenzione ai poveri e agli emarginati, valori che rispecchiavano anche la filosofia di Slow Food.
“Gli spedivo spesso agnolotti del plin, preparati per migliaia di persone e distribuiti alle Caritas di Roma, Rieti, Alba, Bra e alla Comunità di Sant’Egidio“, racconta Petrini. La complicità tra i due era evidente anche nelle conversazioni personali: Francesco apprezzava gli aneddoti piemontesi e il calore umano di Petrini, che nonostante non fosse credente ha sempre avuto un profondo legame con il Pontefice.
Durante il pontificato, il Papa aveva affidato a Petrini il compito di introdurre l’enciclica “Laudato si’“, simbolo dell’impegno comune per la tutela dell’ambiente e della giustizia sociale. La loro collaborazione si è estesa anche al Sinodo panamazzonico, dove la difesa delle popolazioni indigene e della biodiversità è stata centrale.

Slow Food oggi: un impegno globale per la cucina italiana e la biodiversità
Oggi Slow Food si conferma come uno dei principali attori nella valorizzazione della cucina italiana, riconosciuta Patrimonio Unesco. Come sottolinea Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, “celebrare la cucina italiana significa riconoscere la straordinaria agrobiodiversità che la sostiene“. Slow Food, con i suoi progetti come l’Arca del Gusto e i Presìdi, ha catalogato oltre 1.239 prodotti a rischio di estinzione, sostenendo contadini, allevatori e cuochi che mantengono vive le tradizioni.
L’associazione promuove inoltre una cultura alimentare consapevole, basata su prodotti stagionali, agricoltura pulita e rispetto dei territori. L’attenzione alle nuove sfide alimentari si riflette anche nelle posizioni di Petrini sulle tecnologie emergenti: pur aperto a confronti, invita a un consumo più equilibrato, evidenziando come negli ultimi decenni il consumo pro capite di carne sia triplicato, con conseguenze sulla salute e sull’ambiente.
Il riconoscimento Unesco rappresenta per Slow Food un importante stimolo a proseguire nel percorso di tutela e valorizzazione, ma anche di educazione al gusto, con iniziative rivolte soprattutto ai giovani e alle comunità più vulnerabili.
L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo si conferma infine un luogo di formazione all’avanguardia, dove si intrecciano tradizione, innovazione e impegno sociale, con progetti concreti che coinvolgono studenti da tutto il mondo, pronti a diventare ambasciatori di un nuovo modello di alimentazione sostenibile e inclusiva.






