Milano, 13 novembre 2025 – Nell’ambito di BookCity Milano 2025, presso la sede dell’Avvocatura Comunale, è stato presentato il libro La spiona, scritto da Michela Buscemi insieme al giornalista Riccardo Bocca. Il volume ripercorre la vita di una donna siciliana divenuta simbolo di resistenza civile contro la mafia, narrando una storia vera e intensa che si inserisce nel più ampio contesto della lotta antimafia in Italia.
La storia di Michela Buscemi: una voce contro la mafia

Michela Buscemi è nata a Palermo nel 1939, in una famiglia numerosa e povera. La sua infanzia è stata segnata da povertà estrema e violenze familiari, condizioni che non le hanno impedito di desiderare un’istruzione e una vita diversa. Nonostante le difficoltà, Michela ha sempre coltivato il sogno di studiare, affrontando dure opposizioni familiari e sociali. La sua determinazione si è manifestata nel momento in cui, a ventidue anni, ha lasciato la casa paterna per costruirsi un futuro autonomo.
La sua scelta più coraggiosa è stata quella di costituirsi parte civile nel maxiprocesso di Palermo del 1986 contro la mafia, in seguito all’omicidio dei suoi fratelli Salvatore e Rodolfo, vittime della criminalità organizzata. Questa decisione le è costata l’isolamento sociale, minacce di morte e la rottura con la famiglia d’origine. E proprio per questo, fu soprannominata “la spiona”: non un’eroina mitica, ma una donna normale che ha scelto la coerenza etica e il coraggio in un contesto ostile.
Durante la presentazione, il giornalista Riccardo Bocca ha sottolineato come il libro sia un racconto privo di retorica eroica, ma piuttosto la testimonianza autentica di una persona che ha saputo reinventare le proprie parole per dire la verità. Nando Dalla Chiesa, anch’egli intervenuto all’incontro, ha ricordato Michela come “una donna che ha studiato, che ha rivendicato il diritto di andare a scuola”, capace di incarnare lo spirito di ribellione civile anche nelle condizioni più dure.
Un impegno civile che dura nel tempo
La vicenda personale di Michela Buscemi è stata segnata da tragedie familiari: Salvatore venne ucciso nel 1976 per aver venduto sigarette di contrabbando senza il permesso della mafia; Rodolfo, che aveva iniziato a indagare sulla morte del fratello, fu sequestrato e ucciso nel 1982 in una “camera della morte”, come rivelato da un pentito mafioso. La determinazione di Michela nel chiedere giustizia ha rappresentato un esempio di lotta silenziosa ma tenace.
Nonostante le difficoltà economiche e le minacce ricevute, Michela ha continuato a partecipare attivamente a iniziative antimafia, promuovendo la sua testimonianza in scuole, piazze e istituzioni. Collabora con associazioni come il Centro Impastato di Palermo e l’Associazione Donne Siciliane contro la mafia, sostenendo con forza la necessità di mantenere viva la memoria e la coscienza civica contro le infiltrazioni mafiose.
La spiona si colloca così non solo come un libro di memorie, ma come un monito a non dimenticare la fatica e il prezzo personale di chi ha scelto di opporsi alla criminalità organizzata, facendo emergere la figura di Michela Buscemi come una delle voci più autentiche e coraggiose del nostro tempo.
Fonte: alanews - BookCity Milano, "La spiona": la storia di Michela Buscemi, voce civile contro la mafia



