Genova, 7 agosto 2025 – Si è spento oggi a Genova all’età di 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi maestri della fotografia italiana del Novecento. Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Berengo Gardin ha segnato la storia del racconto fotografico con la sua capacità unica di raccontare la realtà attraverso immagini profonde e poetiche.
Gianni Berengo Gardin, una carriera dedicata alla fotografia di reportage e sociale
Dopo aver vissuto in città come Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si stabilì a Milano dove iniziò la sua carriera professionale che lo consacrò come uno dei fotografi più importanti a livello nazionale e internazionale. La sua attività spaziava dal reportage all’indagine sociale, dall’architettura alla descrizione ambientale. Nel corso degli anni, ha collaborato con le principali testate italiane ed estere come Il Mondo, Domus, Epoca, L’Espresso, Le Figaro, Time e Stern.
Gianni Berengo Gardin è stato autore di oltre 260 volumi fotografici, molti dei quali considerati pietre miliari della fotografia documentaria, e ha esposto in più di 360 mostre personali in Italia e all’estero. Tra i suoi lavori più celebri si annoverano fotografie iconiche come “Vaporetto, Venezia, 1960”, apprezzata per la sua straordinaria composizione che cattura la vita quotidiana con un tocco di poesia e riflessione.
L’eredità artistica e culturale
Nel corso della sua lunga attività, Berengo Gardin ha raccontato con rigore e umanità la società italiana, dedicando particolare attenzione ai lavoratori, alle comunità marginalizzate come i Rom e a temi sociali spesso trascurati. Ha collaborato con grandi aziende italiane come Alfa Romeo, Fiat e Olivetti, ritraendo non solo i prodotti ma soprattutto le persone dietro le quinte.
La sua produzione fotografica, che conta oltre 1,5 milioni di negativi, è oggi conservata e valorizzata dalla Fondazione FORMA per la Fotografia di Milano. La sua influenza si estende anche a livello internazionale, confermando il suo ruolo di riferimento nella fotografia documentaria del XX secolo.
Gianni Berengo Gardin lascia un’eredità artistica che continua a parlare al presente, testimonianza di una vita dedicata a osservare e raccontare il mondo con passione, umiltà e grande maestria.
Il ricordo di Silvia Salis e il legame con Genova
“Con il suo sguardo sensibile, acuto e mai retorico, Berengo Gardin ha saputo raccontare la storia dell’Italia, dalle trasformazioni sociali ed economiche del dopoguerra ai piccoli gesti quotidiani“, ha sottolineato la sindaca di Genova Silvia Salis. Il fotografo ha mantenuto una coerenza stilistica e un rigore morale che lo hanno reso una figura unica nel panorama culturale internazionale. Il legame con Genova, città che conosceva profondamente e a cui era legato da un affetto autentico, è stato particolarmente intenso: molte delle sue fotografie ritraggono il porto, le strade e i mestieri ormai scomparsi, restituendo un’immagine di Genova sospesa tra memoria e cambiamento.
La mostra “Storie di un fotografo”, ospitata negli scorsi anni a Palazzo Ducale, ha dedicato un intero capitolo alla città, sottolineando il valore del suo contributo artistico per la cultura locale. Salis ha ricordato come i suoi racconti in bianco e nero, realizzati con la sua inseparabile macchina Leica, rimarranno impressi nella storia dell’arte e della cultura italiana.






