Nel cuore dell’Emilia-Romagna, Bologna custodisce un’opera architettonica straordinaria, spesso sconosciuta a chi non ha mai visitato la città: il Portico di San Luca. Lungo quasi quattro chilometri, questo porticato rappresenta un collegamento unico al mondo tra la città e un luogo di culto simbolico, il Santuario della Madonna di San Luca, situato in cima al Colle della Guardia. Percorrerlo non significa soltanto affrontare una lunga passeggiata, ma vivere un’esperienza densa di spiritualità, arte e paesaggio, in cui ogni arco racconta una parte della storia bolognese.
Questa straordinaria struttura, composta da centinaia di arcate, venne concepita per unire il centro storico con il santuario, offrendo ai pellegrini una via coperta che li proteggesse dalle intemperie durante le processioni religiose. Ma oggi il portico ha assunto un valore molto più ampio: è diventato un percorso culturale, un itinerario panoramico amato da sportivi, turisti e cittadini, che ogni giorno lo attraversano per riscoprire il legame tra città e natura.
Un’opera monumentale nata dal popolo
Il progetto del portico nacque nel Seicento grazie alla volontà del popolo bolognese, che contribuì con donazioni e lavoro alla sua realizzazione. Lungo i quasi quattromila metri di percorso, si susseguono oltre 650 arcate, costruite con uno stile semplice ma armonico, che accompagna il viaggiatore dalla pianura fino al colle. La prima parte del cammino inizia dalla Porta Saragozza, attraversa la città e poi raggiunge l’Arco del Meloncello, una struttura scenografica che segna l’inizio della salita vera e propria verso il colle.
Il portico, oltre ad avere una funzione religiosa, è anche un capolavoro urbanistico. La sua presenza ha contribuito a definire la fisionomia di Bologna, una città che da sempre si distingue per la fitta rete di portici. Questo in particolare è stato costruito per custodire un gesto rituale: quello della traslazione dell’icona della Madonna dalla collina alla città durante l’Ascensione, una tradizione ancora oggi molto sentita.

La salita e le cappelle votive
La parte più suggestiva del portico è certamente la salita al colle. Un percorso che si snoda tra boschi, tornanti e aperture panoramiche sulla città. Lungo la salita si trovano 15 cappelle votive, ciascuna dedicata a un mistero del Rosario. Sono piccoli ambienti sacri, sobri ma toccanti, che invitano alla riflessione e al raccoglimento.
Il cammino in salita è lungo circa due chilometri e mezzo, con un dislivello di oltre 200 metri, e rappresenta anche una sfida fisica. Molti bolognesi lo percorrono quotidianamente come allenamento, altri come atto di devozione o semplice camminata rigenerante. Ma a colpire più di tutto è la sensazione di camminare in un luogo sospeso tra terra e cielo, dove ogni arco incornicia uno scorcio diverso della città o delle colline.
Arrivare in cima non è solo una conquista fisica, ma anche emozionale. Il Santuario della Madonna di San Luca, visibile da gran parte della città, si staglia imponente sul colle come un faro di fede e tradizione. All’interno, l’atmosfera è intima e solenne, e custodisce l’icona bizantina della Madonna con Bambino, oggetto di venerazione popolare da secoli.
Il portico oggi: simbolo di identità e bellezza
Nel tempo, il Portico di San Luca è diventato molto più di una struttura religiosa. È un simbolo di identità cittadina, un elemento che definisce il carattere di Bologna stessa. Camminare sotto i suoi archi significa immergersi in un’atmosfera sospesa, fatta di silenzi, di suoni ovattati e di luce filtrata. Significa vivere un’esperienza diversa in ogni stagione: fresca e ventilata d’estate, raccolta e silenziosa d’inverno, calda e avvolgente in primavera e autunno.
Il portico è anche una delle mete più amate dai turisti, soprattutto da coloro che cercano esperienze autentiche e lontane dai circuiti più commerciali. Non si tratta di una semplice attrazione, ma di un percorso che unisce spiritualità, sport e contemplazione. Anche per questo, negli ultimi anni, ha ricevuto un crescente riconoscimento come patrimonio culturale.
Molti eventi sportivi scelgono questo tragitto come sfida simbolica, dai ciclisti che affrontano la salita con pendenze notevoli, ai runner che partecipano a maratone e gare notturne lungo gli archi. La fatica si fonde con la bellezza architettonica, creando un connubio raro tra attività fisica e paesaggio storico.
Un luogo da riscoprire ogni volta
Il Portico di San Luca non è un luogo da visitare una sola volta. Ogni camminata rivela qualcosa di diverso. In certi momenti il silenzio domina, in altri si incrociano parole sussurrate da chi cammina accanto, spesso con lo stesso passo ma con motivazioni diverse. C’è chi prega, chi riflette, chi corre, chi fotografa. C’è chi cerca qualcosa e chi, semplicemente, lascia che sia il cammino a condurlo.
La città di Bologna ha saputo conservare questa meraviglia con cura e rispetto, mantenendo intatta la sua funzione storica e spirituale, ma rendendola anche parte della vita contemporanea. È raro trovare un luogo così antico e al tempo stesso così vivo, capace di unire passato e presente sotto una sequenza di archi che sembrano infiniti.
Il consiglio, per chi non l’ha mai fatto, è di affrontare la salita a piedi, lentamente, assaporando ogni passo. È un gesto semplice, alla portata di tutti, ma che lascia qualcosa dentro.
E quando si arriva in cima, davanti alla cupola del Santuario e al panorama che si apre sulla città, si capisce davvero perché questo portico sia considerato uno dei tesori più preziosi d’Italia.






