Milano, 30 luglio 2025 – Continua a preoccupare in Italia la diffusione del virus West Nile, un arbovirus trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex, che ha causato finora sette decessi dall’inizio dell’anno. A lanciare un allarme sulla necessità di intensificare le misure preventive è il virologo Fabrizio Ernesto Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata all’Università degli Studi di Milano.
Diffusione e impatto del virus West Nile in Italia
Il virus del Nilo occidentale (West Nile virus, WNV) è noto per essere un patogeno endemico in molte aree del mondo, tra cui l’Italia, dove i primi casi sono stati documentati già dal 2008. Negli ultimi anni, tuttavia, la diffusione del virus ha interessato territori prima risparmiati come il Lazio, la Campania e la Puglia, con un aumento dei casi anche tra la fauna animale, in particolare cavalli e uccelli. La trasmissione avviene tramite la puntura di zanzare infette, che prelevano il virus dagli uccelli, serbatori naturali del patogeno.
Il bilancio attuale in Italia registra 32 casi accertati nel 2025 fino al 25 luglio, con la maggior parte concentrata nella provincia di Latina, e sette decessi confermati, di cui tre nel Lazio e tre in Campania. Come sottolinea Pregliasco, “la situazione è inquietante perché non si è fatta sufficiente prevenzione in questi anni, nonostante la presenza del virus fosse nota e monitorata.”
Prevenzione e sintomi: il ruolo della responsabilità individuale
Il virologo evidenzia che la prevenzione dovrebbe iniziare da comportamenti individuali mirati a evitare le punture di zanzara, soprattutto nelle ore di maggiore attività dei vettori, all’alba e al tramonto. L’uso di repellenti, abbigliamento protettivo e zanzariere rappresenta la prima linea di difesa che, un tempo, veniva raccomandata soprattutto ai viaggiatori internazionali ma che ora deve essere adottata su scala più ampia.
Dal punto di vista clinico, la maggior parte delle persone infette da WNV non sviluppa sintomi; circa il 20-26% manifesta febbre, mal di testa, nausea e dolori muscolari. Tuttavia, in meno dell’1% dei casi, soprattutto in anziani e soggetti immunodepressi, possono insorgere complicanze gravi come encefalite, meningite o paralisi, condizioni che possono portare al decesso. Non esiste ancora un vaccino specifico e la terapia è principalmente di supporto.
Pregliasco ha inoltre sottolineato la difficoltà nella comunicazione scientifica su questo tema: “È delicato trovare un equilibrio tra minimizzare il rischio e creare eccessivo allarmismo, ma è fondamentale che ognuno adotti comportamenti responsabili e che le istituzioni migliorino le misure di sorveglianza e prevenzione.”
L’ordinanza del Ministero della Salute del 2008 ha istituito un piano di sorveglianza straordinaria che coinvolge medici veterinari e centri trasfusionali, con monitoraggi su animali e popolazione umana per contenere la diffusione del virus in Italia.
Fonte: Roberto Smaldore - West Nile, il virologo Pregliasco: "In questi anni non si è fatta abbastanza prevenzione"





