Viterbo, 4 settembre 2025 – Nel pomeriggio del 3 settembre, poche ore prima del tradizionale trasporto della Macchina di Santa Rosa, la Digos di Viterbo ha sventato un attentato che avrebbe potuto trasformare la storica festa religiosa in una tragedia. Due uomini di origine turca sono stati arrestati all’interno di un bed & breakfast situato nel cuore del centro storico, lungo il percorso della processione. In loro possesso è stato rinvenuto un vero e proprio arsenale formato da un mitra, diverse pistole, caricatori e munizioni, oltre a componenti che potrebbero essere riconducibili a ordigni esplosivi. L’operazione ha portato all’attivazione di un piano di sicurezza straordinario, con il dispiegamento di unità speciali e l’adozione di misure eccezionali durante il corteo.
Viterbo, la risposta delle forze dell’ordine al tentativo di attentato
Gli arresti sono avvenuti intorno alle 18:00, a poche ore dall’inizio della manifestazione religiosa che si svolge ogni anno il 3 settembre in onore di Santa Rosa, patrona di Viterbo. La Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (Digos) ha fatto irruzione nel B&B e ha sequestrato un armamentario preoccupante, che ha fatto subito ipotizzare un attacco pianificato contro la folla o la stessa Macchina, simbolo religioso e civile della città.
Le autorità locali, allertate immediatamente, hanno convocato il Comitato per la sicurezza pubblica e mobilitato reparti specializzati, tra cui i Nocs, unità cinofile antisabotaggio e tiratori scelti posizionati sui tetti lungo il percorso. Per la prima volta nella storia recente, l’illuminazione pubblica è stata lasciata accesa lungo buona parte del tragitto, interrompendo la tradizione che vuole lo spegnimento totale delle luci per far risaltare la torre illuminata della Macchina di Santa Rosa nel buio della notte. Questa decisione, adottata per ragioni di sicurezza, ha suscitato reazioni contrastanti tra i fedeli e i cittadini.
Indagini in corso e possibili collegamenti internazionali
Le autorità stanno adesso ricostruendo i movimenti e i contatti dei due arrestati nei giorni precedenti, cercando di definire se facessero parte di un gruppo più ampio o agissero su mandato di organizzazioni criminali internazionali. L’ipotesi più accreditata è un collegamento con la mafia turca, un tema già noto alle forze dell’ordine locali che negli ultimi mesi hanno effettuato altri arresti di figure di spicco appartenenti a questa rete criminale.
L’indagine è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e coinvolge anche i servizi antiterrorismo nazionali. Le perquisizioni e le analisi sui materiali sequestrati sono tuttora in corso, e nelle prossime ore sono attesi aggiornamenti su eventuali sviluppi investigativi.
Parallelamente, dopo aver sventato l’attentato, la prefettura di Viterbo ha mantenuto alta l’attenzione su tutte le manifestazioni pubbliche previste nelle prossime settimane, con un rafforzamento delle misure di sicurezza al fine di garantire la tranquillità della comunità e la regolarità degli eventi civili e religiosi.






