Bologna, 28 aprile – Enrico Camosci, 31 anni, riconosciuto come uno dei migliori giocatori di poker live, è stato sottoposto a verifica fiscale dalla Guardia di Finanza. La denuncia per omessa dichiarazione è scaturita dopo un’indagine che ha recuperato oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti da attività al di fuori dell’Unione Europea. I premi ottenuti nelle case da gioco europee non richiedono dichiarazione, ma quelli extra UE sono soggetti a tassazione completa
Un noto giocatore di poker bolognese, Enrico Camosci, è stato denunciato dalla Guardia di Finanza per omessa dichiarazione di redditi per oltre 1,5 milioni di euro. La verifica fiscale ha rivelato che il 31enne non ha mai dichiarato le vincite ottenute nel corso della sua carriera di pokerista professionista, con particolare riferimento a tornei svolti al di fuori dell’Unione Europea.
Indagini sulla posizione fiscale di Camosci
La Guardia di Finanza di Bologna ha avviato un’indagine approfondita sulla posizione fiscale di Camosci, considerato uno dei migliori giocatori di poker a livello mondiale. Attraverso un’attenta analisi delle informazioni reperite su siti specializzati e social media, gli agenti sono riusciti a ricostruire un quadro chiaro delle vincite non dichiarate. Questo ha portato a un recupero fiscale di oltre 1,5 milioni di euro, un importo significativo che rappresenta i redditi da lavoro autonomo maturati grazie all’attività di poker professionale.
Normative fiscali e vincite da gioco
È importante notare che, secondo le norme fiscali italiane, i premi vinti in casinò autorizzati all’interno dell’Unione Europea non devono essere dichiarati, poiché sono già soggetti a una ritenuta alla fonte. Tuttavia, le vincite ottenute al di fuori dell’Unione Europea devono essere dichiarate per l’intero ammontare percepito, poiché non godono delle stesse esenzioni fiscali. Questa distinzione ha reso la posizione di Camosci particolarmente vulnerabile a un controllo fiscale.
Il poker come attività professionale
Le indagini hanno messo in luce come il poker, sebbene sia spesso percepito come un gioco d’azzardo, possa diventare un’attività professionale che genera redditi significativi. Questo caso solleva interrogativi sull’importanza della trasparenza fiscale nel mondo del gioco e sulla necessità di una maggiore vigilanza da parte delle autorità competenti.
Le autorità fiscali stanno intensificando i controlli per monitorare le dichiarazioni dei redditi dei professionisti del poker, al fine di garantire che tutti i giocatori rispettino le normative fiscali vigenti. La situazione di Camosci, dunque, potrebbe rappresentare un precedente importante per future indagini nel settore.






