La Procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta sulla morte della 37enne Maria Mamone, a causa di un probabile caso di mala sanità in Calabria. I familiari denunciano che la donna, affetta da forti dolori al petto, era stata ripetutamente dimessa dagli ospedali di Tropea e Vibo Valentia, diagnosticandole crisi d’ansia. È stato disposto il sequestro della salma e un’autopsia per accertare eventuali negligenze mediche. Negli scorsi mesi, si sono verificati altri decessi nella zona, sollevando preoccupazioni sulla gestione sanitaria locale
Maria Mamone, una donna di 37 anni originaria di Pannaconi di Cessaniti, ha perso la vita tragicamente dopo essere stata ripetutamente rimandata a casa dai pronto soccorso degli ospedali di Tropea e Vibo Valentia. La sua storia ha acceso un serio dibattito sull’efficacia e la sensibilità dei servizi sanitari calabresi. Questo caso evidenzia l’importanza di un’adeguata valutazione dei sintomi e la necessità di riformare il sistema sanitario.
La sottovalutazione dei sintomi
Secondo quanto denunciato dai familiari, Maria si era recata in ospedale diverse volte nei mesi precedenti alla sua morte, lamentando intensi dolori al petto. Tuttavia, in tutte le occasioni, i medici avrebbero attribuito i suoi sintomi a un attacco d’ansia, non ritenendo necessaria alcuna indagine più approfondita. Questa sottovalutazione ha portato la donna a lasciare l’ospedale senza un adeguato monitoraggio delle sue condizioni.
L’ultima chiamata ai servizi di emergenza
L’ultima chiamata ai servizi di emergenza è avvenuta il 27 maggio, quando un’ambulanza è intervenuta a casa di Maria. Anche in quell’occasione, i soccorritori avrebbero escluso patologie fisiche, suggerendo che la donna avesse bisogno di supporto psicologico per gestire lo stress emotivo. Purtroppo, pochi giorni dopo, Maria è stata trovata priva di vita nella sua abitazione, un esito tragico che ha lasciato i familiari e la comunità in uno stato di shock.
L’inchiesta della Procura
La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto un’inchiesta per chiarire le circostanze della morte di Maria e per verificare eventuali responsabilità mediche. La salma è stata sequestrata e sarà sottoposta ad autopsia, la quale dovrà stabilire le cause esatte del decesso e se vi siano state negligenze o omissioni da parte del personale sanitario.
Questa non è la prima volta che si registrano decessi in circostanze simili nella zona. Recentemente, anche la morte di Martina Piserà, una giovane incinta, ha sollevato interrogativi sulla capacità del sistema sanitario calabrese di affrontare situazioni critiche. Martina, dopo aver effettuato diversi accessi in pronto soccorso, è deceduta poco dopo il ricovero, evidenziando una preoccupante tendenza a sottovalutare i sintomi gravi.