Il caso Hidden Garden a Città Studi accende il dibattito sulle pratiche edilizie milanesi: residenti penalizzati reclamano più trasparenza e tutela nei processi urbanistici.
Milano, 23 luglio 2025 – Nel cuore della città meneghina, precisamente nella zona di Città Studi sotto il Municipio 3, un cantiere ha fatto emergere un caso emblematico di crisi urbanistica che ha scosso Palazzo Marino. Nel cortile interno compreso tra via Garofalo, via Gran Sasso e via Lippi, un edificio storico di tre piani, fino al 2020 sede di testate giornalistiche, è stato sostituito da un moderno palazzo di sette piani denominato “Hidden Garden”, suscitando preoccupazioni e contestazioni da parte dei residenti.
Il caso Hidden Garden e l’inchiesta sull’urbanistica milanese
Nel luglio 2022, due cittadini residenti in un edificio confinante hanno presentato un esposto alla Procura, dando il via a una maxi inchiesta sull’urbanistica che ha coinvolto l’amministrazione comunale. In risposta alla gravità della situazione, i residenti hanno costituito un comitato e si sono affidati all’avvocata Veronica Dini, specializzata in diritto ambientale e urbanistico. La legale ha spiegato come il progetto abbia violato i limiti previsti dal regolamento edilizio di Milano, in particolare per quanto riguarda le distanze e le altezze consentite all’interno di cortili interni.
Secondo l’avvocata, la procedura utilizzata per avviare i lavori è stata la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), che permette un’autocertificazione e non richiede un’approvazione pubblica preventiva. Questo ha lasciato i residenti senza alcuna possibilità di opposizione prima dell’avvio del cantiere: “Quando se ne sono accorti, il cantiere era già avviato. L’unica via è stata quella di rivolgersi alla Procura, che ora indaga in maniera puntuale”, ha dichiarato Dini.
Le conseguenze per i residenti e le critiche al modello urbanistico milanese
La trasformazione ha avuto un impatto tangibile sulla qualità della vita dei residenti, soprattutto di coloro che abitano nelle villette storiche limitrofe all’edificio. La costruzione non solo ha alterato il paesaggio urbano, ma ha anche provocato problemi come il calo dell’illuminazione naturale, aumento del rumore e disturbo notturno. Una delle abitanti ricorda la demolizione come un vero e proprio terremoto e sottolinea la mancanza di comunicazione da parte delle istituzioni: “Ci siamo sentiti delusi perché la municipalità non è intervenuta e non ha mai verificato la situazione”.
Per l’avvocata Dini, il caso Hidden Garden è sintomatico di un problema più ampio: “Il modello Milano si è dimostrato un fallimento, generando esclusione e danni per chi vive realmente la città”. La situazione riflette infatti una tendenza all’utilizzo disinvolto di strumenti urbanistici, come la SCIA, che favoriscono la proliferazione di progetti edilizi senza un controllo rigoroso e senza un piano complessivo di sviluppo urbano.
In risposta a questa criticità, molti comitati cittadini stanno organizzando azioni civiche e legali per tutelare i propri diritti, con l’obiettivo di avviare percorsi condivisi che possano mitigare gli effetti negativi e migliorare la qualità della vita nelle aree urbane interessate.
Fonte: Nicoletta Totaro - Inchiesta urbanistica, avvocata Dini: "Modello Milano ha creato danni per chi vive la città"





