Una tempesta geomagnetica di intensità da moderata a forte è prevista per le prossime ore, tra la notte dell’1 e la mattina del 2 settembre, quando una significativa espulsione di massa coronale (CME) colpirà il nostro pianeta. Lo rende noto il Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia statunitense Noaa, che ha monitorato un brillamento solare emesso il 30 agosto dalla regione attiva di macchie solari denominata 4199.
Previsioni e impatti della tempesta geomagnetica
Secondo le analisi, al brillamento si è aggiunto un veloce vento solare proveniente da un buco coronale, intensificando l’effetto della tempesta. Mirko Piersanti, professore all’Università dell’Aquila ed esperto di meteo spaziale, spiega che la tempesta potrebbe inizialmente raggiungere la classe G2 della scala che va da G1 a G5, per poi aumentare fino alla classe G3 nelle ore successive.
A questo livello di intensità, i satelliti in orbita potrebbero riscontrare problemi di orientamento, mentre potrebbero verificarsi interruzioni nei sistemi di navigazione satellitare e blackout nelle comunicazioni radio. Inoltre, la tempesta geomagnetica favorirà la visibilità dell’aurora boreale a latitudini più basse del normale, estendendosi fino a circa 50° di latitudine, corrispondente grosso modo alla Gran Bretagna.
I satelliti americani Ace e Wind, posizionati a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, sono fondamentali per il monitoraggio in tempo reale delle particelle energetiche del vento solare prima dell’impatto con il campo magnetico terrestre. Piersanti sottolinea che l’incertezza sulle tempistiche precise dell’arrivo della CME è ancora elevata e che si avranno solo circa trenta minuti di preavviso dopo il rilevamento da parte dei satelliti.
Un fenomeno storico e la sua portata
L’evento atteso negli ultimi giorni richiama alla memoria la più potente tempesta geomagnetica mai registrata, l’Evento di Carrington del 1859. Allora, una massiccia eruzione solare innescò aurore boreali visibili fino a Roma e causò interruzioni nelle linee telegrafiche per oltre 14 ore. Come evidenziato da studi storici, un evento simile ai giorni nostri potrebbe provocare blackout elettrici e gravi danni a circa il 50% dei satelliti in orbita.
L’attuale tempesta rappresenta dunque un fenomeno significativo nel campo della fisica spaziale, con potenziali ripercussioni sulle tecnologie satellitari e le comunicazioni terrestri. Gli esperti continueranno a monitorare attentamente l’evoluzione del fenomeno nelle prossime ore.






