BARI, 02 maggio – Un giovane migrante recluso nel Cpr di Bari-Palese, in sciopero della fame da una settimana è stato ospedalizzato dopo aver ingerito dello shampoo. Gli attivisti denunciano abusi nel centro, evidenziando l’assenza di assistenza medica e la violazione della dignità
Un episodio drammatico ha scosso il Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Bari-Palese il 1 maggio, quando un giovane migrante, dopo una settimana di sciopero della fame, ha ingerito dello shampoo, finendo in condizioni critiche in ospedale. La denuncia è stata fatta dall’assemblea di attivisti ‘Nocpr Puglia’, che ha messo in luce la gravità della situazione all’interno del centro.
Condizioni disumane nel Cpr
Il giovane migrante ha compiuto questo gesto estremo a causa delle condizioni disumane che caratterizzano la vita all’interno del Cpr. Non si tratta di un caso isolato: gli attivisti riferiscono di un altro migrante che si è procurato tagli e di un terzo che ha tentato di impiccarsi. Questi atti disperati evidenziano un clima di tensione e sofferenza che permea la struttura, considerata da molti come un vero e proprio “centro di tortura di Stato”.
Attività di denuncia e solidarietà
I membri di ‘Nocpr Puglia’ hanno visitato il Cpr per portare solidarietà e rompere l’isolamento dei migranti. Durante la loro visita, hanno documentato l’abuso di psicofarmaci, come il Rivotril, l’assenza di cibo adeguato e l’isolamento forzato che caratterizzano la vita quotidiana all’interno del centro. Solo dopo pressioni da parte degli attivisti è stata chiamata un’ambulanza per soccorrere il giovane, che è stato trasportato all’ospedale San Paolo, accompagnato da una pattuglia della polizia. Fortunatamente, il ragazzo è stato dimesso e riportato nel Cpr, ma la sua stabilità non rassicura gli attivisti, che continuano a denunciare la situazione drammatica dei migranti.
Urgenza di riforma
La denuncia degli attivisti mette in evidenza un tema cruciale: la mancanza di accoglienza e dignità per le persone recluse. “È meglio farsi del male che rimanere in quell’inferno”, affermano, sottolineando l’urgenza di una riforma radicale del sistema di accoglienza per i migranti in Italia. In un contesto in cui i diritti umani sono continuamente violati, la questione dei Cpr rimane al centro del dibattito pubblico, richiedendo un’attenzione e un’azione immediata da parte delle istituzioni.






