Genova, 13 agosto 2025 – Un femminicidio ha scosso la città di La Spezia, dove un uomo di 57 anni ha assassinato a coltellate la sua ex moglie, una collaboratrice domestica di 54 anni. Nonostante l’uomo fosse sottoposto a misure restrittive e indossasse un braccialetto elettronico, il sistema di protezione si è rivelato inefficace, con conseguenze drammatiche.
Il caso di La Spezia: braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo aveva il divieto di avvicinamento alla vittima, disposto in seguito alle denunce della donna per maltrattamenti. Dal giugno scorso era inoltre monitorato tramite un braccialetto elettronico, dispositivo pensato per garantire la sicurezza delle vittime di violenza domestica attraverso il controllo a distanza. Tuttavia, il braccialetto aveva manifestato segni di malfunzionamento già da dieci giorni, situazione segnalata dai carabinieri all’azienda di telefonia incaricata della manutenzione.
Si chiama Umberto Efeso l’uomo che questa mattina a La Spezia ha ucciso l’ex moglie Tiziana Vinci, dalla quale era separato da tempo. I due, secondo una prima informazione, avrebbero sei figli.
La mattina dell’omicidio, l’uomo 57enne ha raggiunto la vittima nella villa in cui lavorava, in via Genova, infierendo con tre coltellate letali al fianco. Un testimone ha assistito alla scena e ha immediatamente richiesto aiuto. Nonostante il tempestivo intervento di carabinieri e paramedici, la donna è deceduta sul posto. L’aggressore si è poi costituito presso la caserma di Ceparana (La Spezia), dove si trova attualmente in attesa dell’interrogatorio con il magistrato.
Il reato di femminicidio
Il femminicidio è definito come l’omicidio doloso o preterintenzionale di una donna per motivi legati al genere, spesso all’interno di contesti di violenza domestica oppure di odio misogino. La sua introduzione nel codice penale italiano, dopo che la commissione Giustizia del Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge lo scorso 9 luglio, mira a riconoscere e contrastare in modo più efficace questa manifestazione estrema di discriminazione e violenza.
La vicenda, ancora una volta, riporta al centro del dibattito pubblico la necessità di intensificare le misure di prevenzione e tutela delle donne vittime di violenza, in un contesto in cui la cultura della parità e del rispetto resta fondamentale per arginare questi drammi.






