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Truffa da 400mila euro ai danni dello Stato: percepivano la pensione della nonna defunta dal 2005

Scoperti dalla Guardia di Finanza grazie a indagini coordinate con INPS e Procura: madre e figlio denunciati per frode aggravata, sequestrati beni illeciti.

by Alessandro Bolzani
30 Luglio 2025
Un'auto della Guardia di Finanza

Un'auto della Guardia di Finanza | Fonte foto: www.gdf.gov.it - sito ufficiale della Guardia di Finanza e del Mef (ministero dell'Economia e delle Finanze) - alanews.it

Milano, 30 luglio 2025 – Un caso di truffa aggravata ai danni dello Stato è stato scoperto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano. Madre e figlio sono stati denunciati per aver incassato per anni circa 400 mila euro di pensione sociale spettante alla loro congiunta, una donna deceduta nel marzo del 2005. L’operazione è il risultato di indagini coordinate dalla Procura di Milano e svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

La truffa e le indagini

Le indagini hanno rivelato che i due parenti hanno continuato a percepire mensilmente l’importo pensionistico dovuto alla donna, senza mai segnalare il suo decesso né all’INPS né all’istituto di credito dove era cointestato un conto corrente a nome della defunta. Per superare i controlli antiriciclaggio, è stato utilizzato un documento d’identità falsificato con una data di emissione successiva alla morte della pensionata. Inoltre, la modulistica con i dati e la firma della donna è stata sottoscritta oltre dieci anni dopo il suo decesso.

Madre e figlio sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato. Nel corso delle indagini, l’INPS è riuscito a recuperare parte della somma indebitamente percepita. La restante quota è stata sottoposta a sequestro preventivo nei confronti dei due indagati.

Aspetti legali e procedurali

Il reato contestato rientra nell’ambito dell’appropriazione indebita e della frode ai danni dell’ente previdenziale. L’appropriazione indebita, secondo l’articolo 646 del Codice Penale, punisce con la reclusione fino a 3 anni chi trattiene il denaro o i beni altrui con dolo specifico, ossia con l’intenzione di trarne un ingiusto profitto. Nel caso in questione, la frode è aggravata dalla durata pluriennale e dall’ammontare del danno economico, quantificato in circa 400 mila euro.

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