Trieste, 15 aprile – Un uomo serbo di 49 anni è stato arrestato per atti persecutori e diffusione illegale di immagini sessualmente esplicite della sua ex moglie. Dall’indagine è emerso che il soggetto la pedinava, la molestava con telefonate e messaggi e ha rubato video dal suo telefono. Attualmente è in custodia nella Casa Circondariale di Trieste.
Un recente caso di atti persecutori e revenge porn ha scosso la comunità di Trieste, portando all’arresto di un cittadino serbo di 49 anni. La vicenda è emersa a seguito di una denuncia presentata dalla ex moglie, una donna serba di 40 anni, che ha subito umiliazioni e molestie dal 2019. L’operazione, condotta dai carabinieri, ha messo in luce comportamenti vessatori che si protraggono da anni, evidenziando l’importanza di combattere queste forme di violenza.
Un’indagine approfondita
L’arresto è stato il risultato di un’indagine avviata dai carabinieri del Comando Stazione di via dell’Istria. La donna ha segnalato ripetuti comportamenti vessatori da parte dell’ex marito, il quale, non rassegnato alla fine del matrimonio, ha attuato una serie di atti persecutori. Tra questi, spiccano pedinamenti, molestie telefoniche e l’invio di messaggi minatori. La situazione ha raggiunto un punto critico quando l’uomo ha diffuso immagini intime della donna, sottratte dal suo telefono cellulare, cercando così di umiliarla ulteriormente.
La gravità del fenomeno
Le indagini hanno rivelato che l’uomo non si limitava a tormentarla con continue chiamate, ma si era anche appostato in diverse occasioni per controllare i movimenti della ex moglie. La diffusione delle immagini, custodite nel dispositivo della donna, ha rappresentato un tentativo di esercitare controllo e intimidazione. Questa condotta è stata giudicata particolarmente grave dalle autorità, portando all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare da parte del Giudice per le indagini preliminari (GIP).
La necessità di una maggiore protezione
Il fenomeno del revenge porn è in crescita e suscita preoccupazione in tutto il mondo. In Italia, le leggi contro questa pratica sono state recentemente inasprite, ma casi come quello di Trieste evidenziano la necessità di una maggiore protezione per le vittime. Gli esperti avvertono che molte donne non denunciano situazioni simili per paura di ritorsioni o per il timore di non essere credute. Sebbene la legge italiana preveda pene severe per chi diffonde immagini intime senza consenso, le vittime si trovano spesso a dover affrontare un lungo e difficile percorso legale.
L’uomo è attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Trieste, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. Le autorità sperano che questo caso possa sensibilizzare il pubblico sulla gravità di tali comportamenti e sull’importanza di denunciare ogni forma di violenza e abuso. La lotta contro il revenge porn e le molestie deve continuare, affinché ogni vittima possa sentirsi protetta e supportata nel difficile cammino verso la giustizia.






