Roma, 22 dicembre 2025 – Una svolta importante nella vicenda giudiziaria che riguarda Vittorio Sgarbi e la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno da parte della figlia Evelina. Il Tribunale di Roma ha stabilito che non è necessario nominare un amministratore di sostegno per il noto critico d’arte, ma ha disposto una perizia medica volta a valutare la sua capacità di intendere e volere in relazione a decisioni di particolare rilevanza.

La decisione del Tribunale: nessun amministratore di sostegno
La pronuncia del Tribunale, anticipata da Gianluigi Nuzzi nel programma “Dentro la notizia” su Canale 5, ha escluso l’istituzione di un amministratore di sostegno per Sgarbi. Tuttavia, è stata nominata la psicologa psicoterapeuta Lili Romeo come consulente tecnico d’ufficio (CTU), incaricata di accertare se Sgarbi presenti condizioni psicologiche, cognitivamente compromettenti, che potrebbero influire sulla sua capacità di gestire atti di straordinaria amministrazione e l’esercizio dei diritti personalissimi.
Il CTU dovrà in particolare verificare la capacità di Sgarbi di comprendere e valutare le conseguenze personali, patrimoniali e giuridiche di decisioni complesse come la gestione del patrimonio, la capacità di testare e la scelta di contrarre matrimonio, valutandone autenticità e stabilità della volontà.
Le parole di Evelina Sgarbi e il contesto familiare
Evelina Sgarbi ha definito la decisione del Tribunale come un “primo importantissimo segnale” per la salute del padre e per la tutela della sua autonomia, dopo mesi di tensioni familiari e mediatiche. La giovane ha sottolineato le difficoltà personali e le pressioni subite nel tentativo di proteggere la salute e la dignità di Vittorio Sgarbi, pur ammettendo che il periodo natalizio sarà per lei “triste” a causa del perdurare delle condizioni di salute precarie del padre.
La vicenda ha avuto ampia eco mediatica, con Evelina che ha denunciato un vero e proprio “plotone d’esecuzione mediatica” contro di lei, culminato in un esposto presentato alla Commissione di Vigilanza Rai per il trattamento ricevuto in trasmissioni televisive. Inoltre, la figlia ha avviato denunce per presunti maltrattamenti e circonvenzione di incapace nei confronti di persone vicine al critico d’arte.
Il caso ha sollevato un dibattito sulla normativa riguardante l’amministrazione di sostegno, istituto volto a tutelare le persone fragili limitandone l’autonomia solo nei casi strettamente necessari, come spiegato dall’esperta in diritto di famiglia Valeria De Vellis. La legge non richiede uno stato di incapacità assoluta ma valuta l’assenza di autonomia in specifiche funzioni, e prevede che il giudice decida anche in presenza di opposizioni da parte dell’interessato, come nel caso di Vittorio Sgarbi.
Questa decisione del Tribunale di Roma rappresenta un passaggio fondamentale nell’iter giudiziario che potrebbe definire i confini della tutela giuridica e personale di uno dei personaggi più noti e controversi della cultura italiana contemporanea.






