Un tragico incidente ha segnato la mattinata di oggi in Trentino, dove un base jumper di 43 anni, residente ad Ala, ha perso la vita dopo essersi lanciato dalla cima del Monte Mezza, sopra Ospedaletto, in bassa Valsugana.
Il drammatico lancio e la mobilitazione dei soccorsi
L’uomo, accompagnato dalla sua compagna fino a circa 300 metri dal punto di decollo, era atteso all’atterraggio a Ospedaletto. Non vedendolo arrivare, la donna ha immediatamente lanciato l’allarme. La chiamata al Numero Unico per le Emergenze 112 è giunta intorno alle 10.45 e ha attivato una vasta operazione di soccorso.
La Centrale Unica di Emergenza ha richiesto l’intervento dell’elicottero mentre le squadre della Stazione Bassa Valsugana del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino si sono dirette verso la piazzola di atterraggio a Ospedaletto e Borgo Valsugana. Nel frattempo, altri operatori della stazione del Tesino hanno raggiunto via terra il punto di lancio, partendo da Cinte Tesino. I sorvoli con l’elicottero, effettuati anche nel pomeriggio dai vigili del fuoco e dalla Guardia di Finanza, hanno coinvolto gruppi di ricerca e unità cinofile, ma inizialmente senza esito.
Solo intorno alle 15.15, l’elicottero della Guardia di Finanza ha avvistato il corpo del base jumper. Dopo la constatazione del decesso e il nullaosta delle autorità competenti, la salma è stata recuperata e trasportata alla piazzola di Ospedaletto.
Il base jumping in Trentino: rischi e incidenti recenti
Il base jumping è uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da pareti naturali o costruzioni, utilizzando un paracadute per l’atterraggio. In Trentino, questa disciplina ha visto numerosi incidenti negli ultimi anni. Soltanto pochi mesi fa, a Dro, una base jumper canadese di 40 anni, Precious Haley, è deceduta dopo essere precipitata durante un salto dal Monte Brento. Anche in quel caso, i soccorsi sono stati lunghi e complessi, con la donna che aveva chiamato personalmente il 112 per guidare i soccorritori prima di perdere i sensi.
Nel 2024, un base jumper norvegese ha perso la vita sempre sul Monte Brento, una delle pareti più frequentate in Europa per questa attività, nota per i suoi 1.200 metri di volo. Questi tragici eventi sottolineano la pericolosità di uno sport che, nonostante le migliorie tecniche, comporta sempre rischi elevati per chi lo pratica.



