Torino, 20 dicembre 2025 – Nel pomeriggio di sabato, migliaia di cittadini si sono radunati davanti a Palazzo Nuovo a Torino per partecipare a un corteo in risposta allo sgombero del centro sociale Askatasuna, situato nel quartiere Vanchiglia. La manifestazione ha visto la partecipazione di giovani, famiglie e attivisti che hanno espresso forte dissenso verso l’intervento delle forze dell’ordine e la decisione politica che ha portato alla chiusura di uno spazio simbolico per la città.
La protesta contro lo sgombero di Askatasuna

Dal palco allestito per l’occasione, un partecipante ha sottolineato come lo Stato, guidato dal governo Meloni, stia tentando di “piegarla”, riferendosi a Torino, città Medaglia d’Oro per la Resistenza. “Torino è partigiana: da sempre schierata, dalla Torino degli operai a quella dei movimenti sociali, dei disoccupati e di chi fatica ad arrivare alla fine del mese”, ha dichiarato. Secondo gli organizzatori, la protesta vuole rappresentare la Torino che lotta unita, portando avanti la storia di Askatasuna, un progetto collettivo che ha segnato la vita sociale e culturale del quartiere e della città.
Un altro intervento ha rimarcato l’importanza di riprendersi gli spazi sociali, definendo “impensabile progettare un futuro per un quartiere privo di un luogo di aggregazione come Askatasuna”. La denuncia è rivolta anche alla militarizzazione del quartiere e alla mancanza di dialogo politico che, a loro avviso, ha portato alla crisi attuale. “Askatasuna è libertà”, hanno scandito i manifestanti, ringraziando simbolicamente il centro sociale.
Askatasuna: un centro sociale storico sotto sequestro
Il centro sociale Askatasuna, il cui nome significa “libertà” in basco, occupava dal 1996 un edificio storico di quattro piani situato in Corso Regina Margherita 47, un immobile costruito nel 1880 e di proprietà del Comune di Torino. L’edificio, in passato sede dell’Opera Pia Reynero, era stato abbandonato dal 1981 fino alla sua occupazione da parte di militanti dell’area autonoma.
Nel corso degli anni, Askatasuna ha rappresentato un punto di riferimento per la militanza politica e culturale a Torino, organizzando eventi, concerti, cineforum e manifestazioni legate a tematiche sociali come il diritto alla casa, al lavoro e all’infanzia. Nel gennaio 2023 la sala di registrazione del centro sociale era stata sequestrata dalla polizia, preludio allo sgombero compiuto all’alba del 18 dicembre 2025 su ordine del ministro dell’Interno Piantedosi.
La vicenda ha suscitato un acceso dibattito pubblico sulle politiche urbane, la gestione dei beni comuni e i modi di affrontare le tensioni sociali. Nel gennaio 2024, infatti, la giunta comunale aveva approvato una delibera per riconoscere l’edificio come “bene comune”, dando vita a un percorso di co-gestione tra occupanti e amministrazione, interrotto a dicembre 2025 per il mancato rispetto degli accordi.
Il centro sociale Askatasuna ha lasciato un segno profondo nel tessuto sociale torinese, diventando simbolo di lotte sociali e di un modello di partecipazione dal basso che continua a suscitare attenzione e discussione.
Fonte: Roberto Smaldore - Torino, parte il corteo per Askatasuna: "Riprenderci gli spazi è una necessità"





