Torino, 20 dicembre 2025 – Torino si presenta oggi come una città blindata in vista della manifestazione indetta contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna, avvenuto giovedì scorso nello stabile di Corso Regina Margherita 47, nel quartiere Vanchiglia. L’ex centro sociale, occupato dal 1996, è ora sotto stretto presidio delle forze dell’ordine, con un imponente dispiegamento di polizia e carabinieri che controllano la zona per evitare tentativi di riconquista da parte degli ex-occupanti.
Il presidio delle forze dell’ordine e le misure di sicurezza

Il dispositivo di sicurezza che circonda la palazzina di Corso Regina Margherita 47 è particolarmente rigoroso: camionette di polizia e carabinieri, idranti e centinaia di uomini delle forze dell’ordine impediscono l’accesso agli isolati attorno allo stabile. Il numero di agenti e mezzi continua ad aumentare, con rinforzi provenienti da diverse città italiane, a testimonianza dell’alto livello di allerta in tutta la città. Tra gli obiettivi più protetti spiccano la prefettura in piazza Castello, la questura di corso Vinzaglio, i commissariati di polizia e le caserme dei carabinieri, oltre naturalmente a Palazzo di Città, sede del Comune di Torino.
Le forze dell’ordine sono mobilitate per prevenire scontri e gestire l’ordine pubblico in occasione del corteo previsto per oggi pomeriggio alle 14.30, che partirà da Palazzo Nuovo, sede dell’Università degli Studi di Torino in via Sant’Ottavio 20. La scelta di spostare il ritrovo da piazza Santa Giulia a Palazzo Nuovo è stata comunicata nelle ultime ore, in un contesto di crescente tensione.
La manifestazione e le istanze degli attivisti
Gli attivisti che si raduneranno oggi a Torino provengono da diverse città italiane, tra cui Genova, Bologna, Milano, la Lombardia e il Nord-Est. La manifestazione rappresenta una risposta diretta allo sgombero del centro sociale, che da quasi trent’anni ha rappresentato un punto di riferimento per attività culturali, sociali e politiche all’interno del quartiere Vanchiglia.
Lo slogan che accompagna la protesta è chiaro e deciso: “Askatasuna non si tocca, lo difenderemo con la lotta”. Le critiche degli ex-occupanti si rivolgono principalmente al governo, con particolare riferimento al ministro dell’Interno Piantedosi e alla presidente Meloni, considerati responsabili dell’ordine di sgombero. Inoltre, il Consiglio comunale e il sindaco Stefano Lo Russo sono stati indicati come protagonisti di un “voltafaccia” che ha portato alla rottura del patto di collaborazione con il centro sociale.
Askatasuna, che ha operato per quasi trent’anni in un edificio costruito nel 1880 e di proprietà del Comune di Torino, è stato un centro sociale autogestito noto per le iniziative culturali e le attività di solidarietà sociale, tra cui sportelli per persone in difficoltà abitativa e laboratori artistici. Nel gennaio 2024 era stato avviato un percorso di co-gestione con l’amministrazione comunale, poi interrotto a dicembre 2025 a causa del mancato rispetto delle prescrizioni concordate.
La mobilitazione di oggi è dunque segnata da un forte coinvolgimento anche di altre realtà antagoniste e centri sociali italiani, come il Leoncavallo di Milano, anch’esso sgomberato recentemente. La manifestazione di oggi rappresenta un momento cruciale nella vicenda di Askatasuna, che continua a polarizzare opinioni e a mobilitare energie politiche e sociali in città.






