Napoli, 10 dicembre 2025 – Momenti di forte tensione si sono verificati oggi nel Tribunale di Napoli, durante la lettura della sentenza del processo abbreviato relativo all’esplosione avvenuta nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio di Ercolano, il 18 dicembre 2024. L’esplosione aveva causato la morte di tre persone: le gemelle Sara e Aurora Esposito, di 26 anni, e il 18enne Samuel Tafciu.
Caos in Tribunale: tentativo di aggressione ai giudici evitato dalla polizia
Al momento della lettura del verdetto, i parenti delle vittime hanno reagito con urla e gesti di rabbia, ribaltando sedie e scrivanie. La situazione è degenerata fino a un tentativo di aggressione verso i giudici, prontamente sventato dall’intervento delle forze di polizia presenti in aula. Il clima è stato definito come estremamente teso e drammatico.
La sentenza del Tribunale di Napoli: condanne pesanti per i responsabili
Il giudice per l’udienza preliminare (Gup) ha emesso una condanna di 17 anni e 6 mesi ai datori di lavoro della fabbrica abusiva, ritenuti responsabili dell’esplosione che ha provocato la morte di tre giovani. Inoltre, il fornitore della polvere da sparo è stato condannato a 4 anni di reclusione. La sentenza segna una presa di posizione severa nei confronti di chi ha gestito e approvvigionato illegalmente la fabbrica di fuochi d’artificio, compromettendo così la sicurezza dei lavoratori.
Il contesto e l’impatto sulla comunità di Ercolano
L’incidente ha avuto un forte impatto sulla comunità di Ercolano, comune della città metropolitana di Napoli noto per il suo patrimonio archeologico e culturale. La tragedia ha scosso profondamente gli abitanti, che ricordano le vittime come giovani vite spezzate in modo drammatico. La vicenda ha inoltre acceso i riflettori sulla pericolosità delle attività abusive e sull’importanza della vigilanza e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le autorità locali e gli operatori della giustizia continuano a monitorare la situazione per garantire il rispetto della legge e prevenire il ripetersi di simili tragedie, mentre la sentenza rappresenta un momento di giustizia per le famiglie colpite da questa dolorosa perdita.
La protesta dei familiari nel Tribunale di Napoli
La violenta reazione dei familiari delle tre vittime, una quindicina circa quelli presenti in aula, è scattata subito dopo che il gup Federica Girardi ha pronunciato la sentenza di condanna per i 3 imputati. Ma già prima della lettura del dispositivo si erano registrati momenti di tensione tra le famiglie delle vittime e quelle degli imputati, tanto che l’aula 413 del tribunale è stata presidiata per tutta l’udienza da polizia e carabinieri e in più di un’occasione è dovuto intervenire il personale sanitario.
Il tribunale di Napoli ha condannato quelli che sono stati ritenuti i datori di lavoro, Pasquale Punzo e Vincenzo D’Angelo, a 17 anni e 6 mesi per triplice omicidio volontario con dolo eventuale e caporalato: per loro la procura aveva chiesto 20 anni. Il terzo imputato, Raffaele Boccia, dovrà invece scontare 4 anni come chiesto dai pm Stella Castaldo e Vincenzo Toscano. Le due gemelle e il 18enne persero la vita mentre stavano preparando i fuochi d’artificio. Il collegio difensivo era composto dell’avvocato Viscusi, che rappresenta la compagna, la suocera e la figlia del 18enne Tafciu, dall’avvocato Francesco Pepe, legale della cognata del 18enne, da Nicoletta Verlezza, legale della famiglia delle gemelle Esposito, e dell’avvocato Ferdinando Letizia, che rappresentava i genitori di Samuel Tafciu.
