Roma, 18 dicembre 2025 – È stato proclamato un fermo nazionale del servizio taxi per il prossimo 13 gennaio, in una mobilitazione coordinata dalle principali rappresentanze sindacali del settore. La protesta arriva in risposta alla richiesta di riformulazione da parte del governo del Decreto sul foglio di servizio e del Dpcm sulle piattaforme tecnologiche, modifiche sollecitate dalla Corte Costituzionale nell’ambito del percorso di riforma del comparto iniziato nel 2019.
Le richieste dei sindacati taxi
Le organizzazioni sindacali coinvolte, tra cui l’Associazione Tutela Legale Taxi, Atitaxi, Claai, Consultaxi, Fast Taxi Confsal, Federtaxi Cisal, Sul Taxi, Uiltrasporti Taxi, Filt Cgil e altre, hanno sottolineato in una nota congiunta l’importanza di concludere la riforma “a tutela dell’utenza e degli operatori regolari del servizio di trasporto pubblico non di linea e noleggio con conducente”.
In particolare, le sigle chiedono che il governo tenga conto delle osservazioni della Corte Costituzionale per garantire un quadro normativo più equilibrato e rispettoso del settore, evitando pressioni da parte di gruppi multinazionali “con sedi in vari paradisi fiscali”, che puntano alla deregolamentazione del comparto per massimizzare i profitti, a discapito degli operatori che rischiano di diventare “schiavi di algoritmi e moltiplicatori tariffari”.
Il ruolo della Corte Costituzionale nel quadro legislativo
La Corte Costituzionale, istituita nel 1948 e operativa dal 1955, ha un ruolo fondamentale nella verifica della conformità delle leggi alla Costituzione. Gli ultimi pronunciamenti hanno riguardato anche il settore dei trasporti, evidenziando la necessità di adeguare decreti e regolamenti a principi costituzionali e di tutela degli operatori. La Corte è composta da quindici giudici che valutano leggi statali e regionali e garantiscono l’equilibrio tra poteri dello Stato.
L’attenzione della Consulta verso il settore taxi si inserisce in un contesto più ampio di garanzia dei diritti dei lavoratori e della regolamentazione dei servizi pubblici, con l’obiettivo di evitare pratiche abusive e garantire la concorrenza leale.
L’iniziativa di sciopero del 13 gennaio testimonia la volontà dei sindacati di mantenere alta l’attenzione sulle riforme ancora in sospeso, sollecitando un intervento governativo che assicuri regole chiare e giuste per tutti gli operatori del settore.






