Pescara, 18 agosto 2025 – Dopo i tragici eventi di questa estate, torna al centro dell’attenzione pubblica il dibattito sui rischi associati all’uso del taser, strumento di contenimento adottato dalle forze dell’ordine italiane. Tre morti sospette, avvenute rispettivamente a Pescara, Manesseno (Genova) e Olbia, hanno riacceso le preoccupazioni riguardo alla sicurezza di questa pistola elettrica e agli effetti potenzialmente letali che può avere, soprattutto su soggetti cardiopatici o con particolari condizioni di salute.
Taser e arresto cardiocircolatorio: i casi italiani
A Pescara, un uomo di circa 30 anni è deceduto in seguito a un arresto cardiocircolatorio poco dopo essere stato colpito con il taser durante un alterco con la polizia. A Manesseno, nell’entroterra genovese, un 41enne di origine albanese è morto dopo l’intervento dei carabinieri, mentre poche ore prima un uomo di 57 anni è spirato a Olbia in circostanze analoghe. Le indagini in corso stanno valutando se il ricorso al taser abbia contribuito direttamente ai decessi, riaprendo il confronto sui limiti e i rischi di questo strumento.
Secondo gli esperti, il taser, seppur concepito come arma non letale per immobilizzare temporaneamente il soggetto, può causare gravi interferenze con il sistema cardiaco. Il professor Maurizio Santomauro, direttore del centro di Cardiostimolazione del Policlinico Federico II di Napoli, spiega che la scarica elettrica emessa dal taser, composta da impulsi ad alta tensione (circa 50mila volt) ma a basso amperaggio, può indurre aritmie cardiache come tachicardia o fibrillazione ventricolare, soprattutto in persone con patologie preesistenti o in stato di intossicazione da sostanze.
Funzionamento e normativa del taser in Italia
Il taser – acronimo di Thomas A. Swift’s Electric Rifle – è un dispositivo ideato nel 1969 per immobilizzare temporaneamente un individuo tramite la scarica di impulsi elettrici che provocano una contrazione muscolare forzata. Il sistema spara due dardi elettrificati collegati da fili che conducono la corrente ad alta tensione. Per essere efficace, entrambi i dardi devono colpire il bersaglio, ma non è necessario che attraversino i vestiti.
In Italia, il taser è classificato come arma propria e il suo utilizzo è strettamente regolamentato. Dal 2018 è presente un programma sperimentale per dotare alcune città italiane di questo strumento, con successiva estensione a livello nazionale e formazione specifica per le forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Tuttavia, nel luglio 2020 il Ministero dell’Interno ha sospeso temporaneamente il suo impiego per alcune criticità riscontrate nelle prove balistiche. Dal marzo 2022 l’uso del taser è stato ripristinato in 18 città italiane.
Gli agenti che utilizzano il taser sono tenuti a mostrare l’arma prima dell’impiego e a chiamare immediatamente i soccorsi sanitari dopo l’immobilizzazione del soggetto, per monitorare eventuali complicazioni.
Controversie internazionali e studi scientifici
A livello internazionale, il taser è oggetto di un acceso dibattito. L’ONU ha inserito questo strumento nella lista degli strumenti di tortura e Amnesty International ha denunciato centinaia di morti correlate all’uso del taser negli Usa, dove è largamente impiegato. Dal 2001 al 2017, secondo un’indagine Reuters, oltre 1.000 decessi sono stati attribuiti, direttamente o indirettamente, all’uso del taser da parte delle forze dell’ordine americane.
Gli studi medici evidenziano come la scarica elettrica possa interferire con dispositivi medici impiantati come pacemaker o defibrillatori, aumentando il rischio di arresto cardiaco. Allo stesso tempo, alcune ricerche finanziate o collegate ai produttori sostengono che il taser non abbia mai causato decessi, mentre studi indipendenti mettono in dubbio la completezza e l’imparzialità di queste conclusioni.
Un recente studio della University of Cambridge ha inoltre rilevato che la disponibilità del taser aumenta del 48% l’uso della forza da parte della polizia e che gli agenti muniti di taser risultano più spesso vittime di aggressioni.
Proposte e misure di sicurezza
Alla luce di queste evidenze, esperti come Santomauro suggeriscono di dotare le pattuglie di polizia anche di defibrillatori per intervenire tempestivamente in caso di aritmie indotte dalla scarica elettrica del taser, evitando ritardi nell’assistenza medica.
Da non sottovalutare anche la questione della vendita libera del taser online. Il Gruppo Intervento Emergenze Cardiologiche (GIEC) sta predisponendo un documento per l’Istituto Superiore di Sanità, con l’obiettivo di regolamentare la vendita e l’uso del taser. La legge italiana lo considera come arma personale.






