L’intervento del ministro degli Esteri Antonio Tajani a Bari, in occasione di un comizio elettorale per le regionali, è iniziato con un inciampo. Dal palco ha dichiarato che la piazza avrebbe potuto riempire “anche lo stadio San Paolo”, citando però l’impianto sbagliato: il principale stadio cittadino porta infatti il nome di San Nicola, patrono di Bari.
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L’episodio non ha comunque frenato l’ingresso nel cuore del suo discorso politico.
La visione per una Puglia che guarda avanti
Rivolgendosi alla platea, il vicepremier ha delineato la sua idea di sviluppo per la regione. Ha parlato di una Puglia più moderna e dinamica, con servizi sanitari migliori, opportunità di lavoro reali e infrastrutture adeguate. Un territorio, ha spiegato, in cui i giovani non siano costretti a partire e in cui problemi come la Xylella siano affrontati con decisione. Secondo Tajani, fino ad oggi la regione avrebbe proceduto con lo sguardo rivolto al passato, mentre la sfida è, al contrario, quella di invertire la rotta.
L’attacco al duo Emiliano–Decaro
Il leader di Forza Italia ha poi criticato apertamente i due principali esponenti del centrosinistra pugliese. A suo giudizio, Michele Emiliano e Antonio Decaro rappresenterebbero un’unica linea politica, “una coppia di fatto”, incapace di proporre un vero cambiamento. Ha attribuito a entrambi la responsabilità dell’attuale situazione regionale, sostenendo che la loro alternanza non porterebbe a una reale discontinuità amministrativa.
Per Tajani il centro-sinistra è in crisi
Tajani ha insistito sulla tesi di un fronte progressista ormai in dissoluzione. Ha affermato che i leader di Pd, M5S e Avs avrebbero, di fatto, sancito la fine del centrosinistra e che l’unico spazio rimasto sarebbe occupato dalla sola sinistra. In questa prospettiva, ha invitato gli elettori tradizionalmente moderati o provenienti da esperienze politiche storiche – dalla Democrazia Cristiana al Partito Socialista – a considerare il centrodestra come la loro nuova casa politica.
L’appello agli elettori moderati
Proseguendo, Tajani ha sottolineato che molti cittadini che in passato hanno votato per il Pd, provenendo dalla Margherita o da aree riformiste, oggi si sentirebbero traditi da una forza politica che, a suo dire, avrebbe abbandonato la propria componente centrista. Ha così posto una serie di domande retoriche, mettendo in dubbio la compatibilità tra il profilo moderato di figure storiche come Craxi o Moro e gli attuali leader progressisti.
Forza Italia come riferimento del “centro”
Nel tratteggiare il ruolo del suo partito, Tajani ha definito Forza Italia una forza cristiano-liberale, riformista, garantista, europeista e atlantista. Ha ricordato che dal 1994 il centrodestra non si è mai diviso e che proprio le differenze interne alla coalizione rappresenterebbero un valore aggiunto, utile ad ampliare il bacino di consensi. Per questo ha invitato i candidati azzurri a rivolgersi a chi non si riconosce più nella sinistra, con l’obiettivo di allargare i confini dell’alleanza.
Tajani: “I sondaggi ci danno in crescita”
In chiusura, il vicepremier ha sostenuto che i rilevamenti demoscopici mostrano un aumento delle preferenze per la coalizione e che questo indicherebbe un progressivo cambiamento degli equilibri politici in Puglia. Un segnale, secondo lui, che la strategia di allargamento verso gli elettori moderati starebbe iniziando a dare i suoi frutti.






