Roma, 11 agosto 2025 – Il dibattito sui suicidi nelle carceri italiane si arricchisce di nuovi dati e interpretazioni contrastanti tra il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e il Ministero della Giustizia. Mentre il Garante denuncia una situazione preoccupante con 46 suicidi registrati dall’inizio dell’anno, il Ministero ribatte affermando che, seppur drammatici, i numeri sono in realtà inferiori alla media degli ultimi anni e non configurano un allarme emergenziale.
La denuncia del Garante: una situazione grave e persistente
Secondo l’ultimo report del Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà personale, nei primi sette mesi del 2025 si sono verificati 46 suicidi in carcere. Questo dato si inserisce in un contesto più ampio che conta 294 suicidi totali negli ultimi quattro anni, con una media annuale di 73,5 casi. La variazione tra il minimo del 2021 (59 casi) e il picco del 2022 (84 casi) testimonia un incremento del 42% in un anno, mentre il 2023 e il 2024 sembrano indicare una stabilizzazione o lieve riduzione, pur rimanendo i numeri drammatici.
Nel dettaglio, il Garante evidenzia che dei detenuti suicidi del 2025, 44 erano uomini e 2 donne; 24 italiani e 22 stranieri provenienti da sette diversi Paesi. Nonostante gli stranieri rappresentino solo il 31,56% della popolazione carceraria, sono coinvolti in quasi il 48% dei suicidi, indicando un rischio suicidario più elevato rispetto ai detenuti italiani. L’età media dei suicidi è di circa 42 anni, con 22 casi sotto i 39 anni, un dato che sottolinea la vulnerabilità di una fascia giovane di detenuti.
Geograficamente, le regioni con il maggior numero di suicidi sono Lombardia (10 casi), Lazio (5), Campania e Sicilia (4 ciascuna), seguite da diverse altre regioni con numeri inferiori, ma comunque significativi. Il Garante ribadisce il bisogno urgente di interventi che rendano l’esecuzione della pena compatibile con i principi costituzionali di umanità e finalità rieducativa, evidenziando come la detenzione debba rimanere una misura di “extrema ratio”.
La posizione del Ministero della Giustizia sulle carceri
Dal Ministero della Giustizia arriva una risposta che, pur riconoscendo la gravità del fenomeno, invita a una lettura più contestualizzata dei dati. Via Arenula riferisce che nei primi otto mesi del 2025 sono stati registrati complessivamente 48 suicidi nelle carceri italiane, con una media mensile di 6 casi. Questo numero, seppur alto, è comunque inferiore alla media mensile ereditata dal precedente Governo nel 2022, che aveva contato 84 suicidi in un anno.
Il Ministero sottolinea che il dato, seppur “sconfortante”, non configura un’emergenza fuori controllo, ma richiede invece misure strategiche di ampio respiro sulle quali l’amministrazione è “fortemente e quotidianamente impegnata”. Si evidenzia così l’impegno costante per contrastare il fenomeno e migliorare le condizioni negli istituti penitenziari, senza però alimentare allarmi eccessivi.
L’allarme lanciato dal Garante e le risposte del Ministero si inseriscono in un contesto nazionale che richiede interventi urgenti e coordinati. Si sottolinea la necessità di garantire condizioni di detenzione compatibili con i diritti umani e di rafforzare le misure preventive per evitare ulteriori tragedie.
Il confronto tra le istituzioni evidenzia la complessità del fenomeno, che va affrontato con dati precisi, analisi approfondite e strategie efficaci per tutelare la dignità e la vita delle persone detenute.






