Napoli, 22 settembre 2025 – Un corteo composto da circa 300 persone, tra studenti e membri del collettivo flegreo di Bagnoli, ha attraversato le vie di Fuorigrotta per raggiungere l’istituto Rossini di via Terracina, dove si è svolta l’inaugurazione dell’anno scolastico alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La manifestazione ha visto una forte contestazione nei confronti delle istituzioni, con forti richiami a temi di attualità come la sicurezza nelle scuole, il bradisismo e la situazione in Palestina.
La protesta studentesca a Napoli: corteo e rivendicazioni

Il corteo, partito da viale Kennedy, ha raggiunto il cordone di polizia che delimitava l’area dell’istituto Rossini, dove si teneva l’evento ufficiale. Gli studenti hanno espresso il loro dissenso verso la modalità di selezione dei partecipanti all’inaugurazione, che ha escluso la presenza di studenti con magliette e simboli di protesta. Anita Maglio, portavoce dell’Unione degli Studenti Campania, ha dichiarato: “La scuola siamo noi studenti e troviamo vergognoso che a questa inaugurazione gli studenti siano stati selezionati impedendo di indossare maglie che richiamano a scritte o pensieri”.
Dopo una trattativa con le forze dell’ordine, una delegazione di cinque manifestanti è stata autorizzata a incontrare il Presidente Mattarella, presente a Napoli per l’occasione. Il corteo ha posto al centro dell’attenzione pubblica anche questioni come la sicurezza degli istituti scolastici, il rischio del bradisismo nell’area flegrea e la solidarietà verso il popolo palestinese, tematiche che riflettono la complessità del clima sociale e politico attuale.
Il contesto nazionale e le tensioni nelle piazze italiane
La manifestazione napoletana si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni studentesche e sociali diffuse su scala nazionale, note come il ‘No Meloni day’, che hanno visto migliaia di giovani scendere in piazza in almeno trenta città italiane. Questi cortei hanno spesso assunto toni duri, con episodi di violenza e scontri con le forze dell’ordine, come accaduto a Torino, dove venti agenti sono rimasti feriti. Le proteste hanno puntato il dito non solo contro il governo guidato da Giorgia Meloni, ma anche contro il ministro Valditara, la cui immagine è stata più volte oggetto di contestazioni e atti vandalici.
In risposta, esponenti del governo hanno condannato fermamente le violenze, definendo i responsabili come “delinquenti violenti” e respingendo ogni giustificazione basata su motivazioni politiche o ideologiche. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottolineato la necessità di una condanna unanime degli episodi di violenza, mentre la premier Meloni ha definito le scene viste nelle piazze come “inaccettabili” e ha auspicato un impegno comune per fermare il clima di tensione.
Nella capitale, il corteo degli studenti ha raggiunto il Ministero dell’Istruzione e del Merito, dove manifestanti hanno esposto striscioni contro il governo e imbrattato cartelli con vernice rossa, simbolo della protesta contro le politiche percepite come colpevoli di “genocidio del popolo palestinese”. Anche a Milano e Napoli si sono registrati momenti di forte tensione, con slogan contro la repressione e la guerra.
In questo scenario, la visita di Sergio Mattarella a Napoli assume un rilievo particolare, rappresentando un momento istituzionale di apertura dell’anno scolastico che si svolge in un clima di forte mobilitazione sociale e politica. La presenza del Capo dello Stato e del ministro Valditara all’istituto Rossini è stata quindi accompagnata da una significativa tensione, testimoniata dal corteo e dalla protesta degli studenti.






